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“Illuminiamo Lecce”: accese polemiche sulla donna sfilata nuda

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Sul nudo reso visibile nelle rappresentazioni artistiche o in eventi e ricorrenze di vario segno culturale si è sempre dibattuto.

Si  verifica in questi giorni anche da noi per l'inaugurazione della manifestazione “Illuminiamo Lecce”, aperta con la passeggiata  al centro di una figura femminile nuda, tutta coperta solo da uno strato di colore bianco ed una mascherina da coniglia sul viso. Il caso diventa cosi' un test, storico, per registrare  concezioni o comprensioni del messaggio simbolico proposto, insieme alle immancabili denunce moralistiche. Tralascio le opinioni espresse a caldo da rappresentanti del'ordine religioso, non tralascio la corsa alla dissociazione da parte del Sindaco che pur  era apparso  nudo sulla stampa, al tempo della sua candidatura, per  fermarsi  a palazzo Carafa, senza spingersi fino a piazza Duomo, a differenza dell'artista-coniglia.
Riprendo invece opinioni e valutazioni espresse sulla stampa locale da alcuni intellettuali come una educatrice e un sociologo.
Per entrambi l'iniziativa è stata considerata “fuori-luogo”, una indecenza per niente artistica, una strumentalizzazione del corpo femminile, una quasi volgarità che annulla l'importanza del gioco artistico, semmai del quasi percepito, rispetto allo spiattellamento del visibile.  
Intanto l'iniziativa specifica potrà esere apparsa poco artistica, ma non solo per questo considerabile volgare o indecente.
Non intendo scivolare nell' elencazione delle oscenità imperanti, visibili e non visibili, vorrei solo ricordare a chi maneggia autorevolmente la cultura che nell' antica Grecia, culla dell'arte e del teatro si annoverano eccellenti e numerosi produzioni,  rappresentazioni, anche cortei religiosi  con  protagonosti nudi:  coro e declamante.
La vicenda di Lecce si è conclusa pacificamente, positvo che nessun moralista è corso a coprire l'attrice, come avveniva in passato sulle opere d'arte o statue che oggi positivamente non scandalizzano o preoccupano più, a  conferma del fatto che moralità o senso del pudore restano espressione del loro tempo.
                   Giacomo Grippa (Lecce).