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L’Istat condanna Monti e il suo programma

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l primo marzo sono stati resi noti i dati Istat sull'andamento dei conti pubblici nell'anno appena finito. E, come si può immaginare, sono dati disastrosi. Il Pil è diminuito del 2,4% (si tratta di una quarantina di miliardi persi), il rapporto deficit/Pil è al 3% (cioè per il 2012 lo Stato italiano ha speso circa 45 miliardi più di quanto ha incassato), il debito pubblico è al 127% del Pil (intorno ai 2000 miliardi. Le entrate fiscali sono aumentate del 3%, mentre le spese sono aumentate dello 0,6%.

Vediamo di collegare questi dati insieme e vediamo come essi sono stati influenzati dalla politica del governo Monti. Innanzitutto l'aumento delle entrate fiscali: le tasse introdotte o aumentate da questo governo hanno portato maggior gettito, nonostante ci siano state meno persone che potevano pagarle, dato l'aumento di disoccupati. Stranamente, sono aumentate anche le spese, nonostante i fortissimi tagli effettuati al welfare: ospedali, pensioni, scuole, ecc. Ma non appare più così strano, se ci si ricorda di quali sono state le spese del governo Monti: 2 miliardi per i sottomarini tedeschi, 800 milioni per due aerei extralusso, oltre 400 nuove “auto blu” acquistate, e così via. Per non parlare poi delle altre spese militari, ovviamente. Tutte spese inutili per la popolazione ma utili alla casta.

Ovviamente, come sempre accade, l'aumento delle tasse ha tolto soldi all'economia nazionale, facendo abbassare il Pil  Infatti le previsioni fatte   ad inizio 2012 davano una decrescita molto limitata, nell'ordine dello 0,5-0,6%. Ma è un valore che è rapidamente cresciuto a causa delle continue manovre fatte dal governo Monti. Ma un calo del Pil significa aziende che chiudono, più disoccupazione, meno soldi che alimentano l'economia. E quindi, se da una parte aumentare le tasse aumenta le entrate, dall'altra riduce il Pil e questo provoca una riduzione delle entrate. Di conseguenza bisogna aumentare le tasse in maniera molto superiore al risultato che si vuole ottenere.

A questo bisogna aggiungere che l'aumento delle spese superflue ha aggravato il deficit, che, secondo le promesse fatte dal governo Berlusconi, dovevano portare l'Italia al pareggio di bilancio alla fine del 2013. Secondo il programma, al 31 dicembre 2012 il rapporto deficit/Pil doveva essere all'1,9%, ma all'appello mancano 18 miliardi. Per il meccanismo che dicevo prima, se il nuovo governo vorrà trovarli aumentando le tasse a carico dei soliti noti, ci aspetta una manovra da 30-40 miliardi. Una manovra che dovrà portare questi soldi entro la fine dell'anno. Il che vuol dire che se si aspetta troppo, l'impatto sulle tasche degli italiani sarà più violento.

Naturalmente l'aumento del deficit ha come conseguenza immediata l'aumento del debito pubblico e questo ha, come conseguenza di lungo termine, un aumento degli interessi da pagare per l'Italia. Anche perché più debito pubblico significa interessi più alti, dato che diminuisce la fiducia sul fatto che quel Paese possa ripagare i suoi debiti.

Quindi il rapporto annuale dell'Istat si rivela una netta condanna del governo Monti e della sua attività di questo 2012. Ed una condanna implicita della cosiddetta “agenda Monti”, che accomuna le intenzioni di Pd, Pdl e liste Monti sull'economia. Ed è ovvio che se una certa agenda si dimostra fallimentare, ripeterla vuol dire voler danneggiare il Paese