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mozione riguardante la realizzazione del gasdotto TAP in Consiglio provinciale

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Il consigliere provinciale di SINISTRA ITALIANA Danilo Scorrano ha presentato una mozione riguardante la realizzazione del gasdotto TAP, da discutere in Consiglio provinciale.
Già nel 2013 il Consiglio provinciale durante l’amministrazione Gabellone, sulla base di una relazione del Servizio Ambiente, espresse all’unanimità parere sfavorevole alla realizzazione dell’opera.
In questi giorni, mentre i sindaci “veramente” coinvolti ed interessati, si oppongono insieme ai cittadini nelle sedi istituzionali, in ultimo il loro parere negativo nella conferenza dei sevizi sul tratto di gasdotto a cura di Snam, altri sindaci i cui territori sono lontani o lontanissimi dal percorso del progetto in questione, con in testa il presidente Gabellone, siedono con rappresentati del governo e di Tap per trattare su eventuali compensazioni: A QUALE TITOLO?
Alquanto sorprendente, pertanto, appare il comportamento del presidente Gabellone, che nonostante il parere contrario sulla realizzazione dell’opera deliberato dal Consiglio dell’Ente da lui amministrato, si presta a scambiare/ compensare la tutela del territorio, le volontà delle istituzioni locali interessate e dei cittadini, per un piatto di lenticchie.
Rimaniamo sulle posizioni del sindaco di Melendugno Marco Potì e dei suoi colleghi di Vergole, Martano ed altri, in prima fila nella battaglia per fermare un’opera dannosa ed inutile.
Auspico che il Presidente Gabellone porti alla discussione del consiglio provinciale, nel più breve tempo possibile, la proposta deliberativa contenente la mozione presentata in data odierna.

Lecce, 25/10/2017

Danilo Scorrano
Consigliere provinciale – Sinistra Italiana

 

Sig. Presidente  della Provincia

Sede

Oggetto: trasmissione Mozione.

Il sottoscritto Consigliere, con la presente, chiede che nella seduta del prossimo Consiglio provinciale venga discussa l’allegata Mozione.

Cordialità.

IL CONSIGLIERE

(Danilo Scorrano)

MOZIONE: PRESA DI POSIZIONE DA PARTE DEL CONSIGLIO PROVICIALE SUL PROGETTO GASDOTTO TAP.

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

PREMESSO CHE:

  • Trans Adriatic Pipeline (TAP) è il progetto per la realizzazione di un gasdotto che trasporterà gas naturale dalla regione del Mar Caspio in Europa. Collegando il Trans Anatolian Pipeline (TANAP) alla zona di confine tra Grecia e Turchia, attraverserà la Grecia settentrionale, l’Albania e l’Adriatico per approdare sulla costa meridionale italiana, per la precisione a San Foca – Località San Basilio, nel territorio del Comune di Melendugno. Dalla costa il gasdotto dovrebbe proseguire per altri 8 km fino al terminale di ricezione e collegarsi, dopo un percorso di 55 km, alla rete nazionale a Mesagne (Brindisi) da dove partirà la dorsale del gas della Snam;
  • i lavori di costruzione del predetto gasdotto sono iniziati nel 2016; ATTESO CHE:
  • da tempo, il gasdotto TAP in Salento è al centro delle cronache per le proteste di gruppi di cittadini, comitati civici, sindaci di alcuni Comuni del territorio, con il Sindaco del Comune di Melendugno, Marco Potì, in prima linea, i quali ritengono il progetto inutile e incompatibile con la natura del territorio;
  • le motivazioni contrarie alla realizzazione dell’opera sono numerose e investono vari piani. di seguito riassunti:

MOTIVAZIONI DI CARATTERE AMBIENTALE

Esistono, in prima battuta, timori per il destino di circa 10.000 ulivi che verranno espiantati lungo il percorso del gasdotto. Sebbene sia, infatti, previsto il reimpianto degli stessi, questo potrebbe non essere garanzia del pieno riattecchimento di un numero così consistente di alberi che assurgono, peraltro, a simbolo del nostro territorio, della sua produttività e della sua vocazione agricola. Ma i timori espressi sul piano ambientale dal fronte della protesta non si esauriscono qui: è necessario mettere in luce, altresì, che il maxi tunnel di cemento armato passerà per un tratto di costa caratterizzato dalla presenza di fanerogame marine, in particolare della Posidonia Oceanica e della Cymodocea Nodosa. Come dimostrato di recente dai volontari dell’organizzazione internazionale Sea Shepherd, attraverso documentazione fotografica e video, il gasdotto non rispetta le prescrizioni di passare ad almeno 50 metri di distanza dalla posidonia Oceanica. Tutto questo può mettere in serio pericolo l’ecosistema costiero e la vita di numerose specie marine che popolano i nostri splenditi fondali. Altri timori sono soprattutto legati ai rischi insiti nell’opera stessa e, in particolare, nella gigantesca centrale di depressurizzazione che dovrebbe sorgere in un’area di 12 ettari, a ridosso di 4 comuni densamente popolati (Melendugno, Vernole, Calimera, Castri). Una relazione su TAP, redatta da uno dei maggiori esperti di ingegneria energetica, il Prof. Umberto Ghezzi del Politecnico di Milano, parla di rischi estremamente rilevanti, quali la formazione di miscele esplosive che, una volta innescate, potrebbero avere conseguenze disastrose. Non ultima anche la questione delle emissioni nocive del terminale, dove sono previste attività quali sfiato a freddo, combustione di gas e riscaldamento del gas tramite caldaie elettriche. Di recente il Prof. William Becker, ispiratore delle politiche sul clima di Obama, ha sottolineato il pericolo delle perdite di gas, possibili in tali stabilimenti, e le disastrose conseguenze di queste ultime sul riscaldamento globale.

MOTIVAZIONI DI CARATTERE SOCIO-ECONOMICO E CULTURALE

L’approdo del TAP è previsto su una delle spiagge a più forte richiamo turistico dell’intero Paese e a pochi km dall’area di Roca Vecchia, uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo, oltre che dalla Riserva Naturale dello Stato “Le Cesine”, zona umida di interesse internazionale gestita dal WWF. La natura fortemente impattante del progetto determinerà una ferita insanabile alle bellezze paesaggistiche del territorio, con possibili ricadute economiche in un’area a forte vocazione turistica.

MOTIVAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO E GIUDIZIARIO

Il progetto ha visto, sin da subito, il conflitto fra istituzioni dello Stato. Ai pareri positivi del Ministero dello Sviluppo Economico e di quello dell’Ambiente, si oppongono quelli negativi espressi dal Ministero dei Beni Culturali, della Regione Puglia e del Comune di Melendugno. Una vicenda che ha visto coinvolti i vari soggetti istituzionali in un’interminabile battaglia a colpi di ricorsi al Tar, ordinanze, pareri della Consulta. Va messa, poi, in luce la mancata ottemperanza alla normativa Seveso, un complesso di norme italiane che recepisce direttive europee, disciplinanti il rischio di incidenti rilevanti connessi all’uso di sostanze pericolose in impianti industriali. Tale normativa prevede anche la consultazione della popolazione locale per la costruzione di stabilimenti “a rischio di incidente rilevante”. Non solo la direttiva non è stata applicata, ma si sono attuate anche procedure accelerate, definite da alcuni esperti alquanto “irrituali”, per consentire l’inizio dei lavori. Eppure le linee guida dell’Ue sono impostate su un rigido principio di precauzione nella valutazione del rischio. A tali aspetti si aggiungono poi una serie di inchieste giornalistiche e, in seguito, anche giudiziarie che pongono in luce i contorni estremamente opachi dell’opera: da quella del settimanale “L’Espresso”, che svela una fitta trama di legami affaristici tra manager del maxi progetto e cosche e oligarchi russi, e la presenza di sospetti conti offshore, sino alle più recenti rivelazioni del “Guardian” e altri quotidiani europei sulla gigantesca rete di riciclaggio continentale che vede coinvolti la classe dirigente azera, politici, giornalisti e personalità influenti del nostro Continente.

MOTIVAZIONI DI CARATTERE ENERGETICO

Vanno inoltre fatte le dovute valutazioni sul senso stesso di un’opera di tali dimensioni rispetto al reale fabbisogno italiano ed europeo di gas: in Europa esistono già numerosi gasdotti e i consumi sono in costante diminuzione. TAP non servirebbe nemmeno ad emanciparsi dal gas russo, perché i russi sono parte del progetto con la loro azienda petrolifera Lukoil, impegnata nell’estrazione proprio del gas che dovrebbe essere trasportato dal TAP. Peraltro l’Università di Oxford e il suo gruppo di ricerca in materia energetica ha messo in discussione le riserve reali di gas dell’Azerbaigian. Tutto questo mette in dubbio il reale valore strategico dell’opera, spesso sottolineato dalla Commissione Europea.

RILEVATO CHE:

  • a tutto ciò va aggiunta, infine, l’opportunità che il Governo Italiano possa stringere accordi con l’Azerbaijan, paese guidato dal regime dittatoriale di Ilham Aliyev, nel quale giornalisti e oppositori vengono incarcerati e torturati;CONSIDERATO, INOLTRE, CHE:
  • non si può sottacere il fatto che pur di far realizzare un’opera pericolosa ed inutile e con diverse opacità nelle procedure, giusto per usare un eufemismo, si sia creato uno stato di polizia che in alcune occasioni ha portato ad utilizzare metodi brutali con cariche da parte di agenti delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa nei confronti, non solo di cittadini inermi che si opponevano all’espianto degli ulivi, ma anche nei confronti di istituzioni presenti, quali sindaci muniti di fascia, parlamentari della Repubblica e consiglieri regionali, spettacolo poco edificante in cui lo stato difende gli interessi privati di una multinazionale contro i rappresentanti del popolo democraticamente eletti che insieme alle popolazioni locali chiedono un altro modello di sviluppo per il loro territorio;per quanto sopra esposto:

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA

a sostenere la giusta battaglia delle popolazioni, dei comitati e delle istituzioni locali contro la realizzazione del progetto TAP, preso atto che già con delibera n° 94 del 29/11/2013, il Consiglio provinciale diede parere negativo alla realizzazione dell’opera sulla base di una relazione tecnica appositamente commissionata;

FA VOTI, INOLTRE,

al PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI affinché si adoperi a trovare tutte le soluzioni possibili per bloccare l’opera

al PREFETTO DI LECCE affinché costituisca un tavolo con tutti gli enti interessati, Governo, Comuni, Regione, Provincia per garantire il rispetto delle volontà delle popolazioni interessate e delle istituzioni che le rappresentano e si avvii, finalmente, un percorso partecipato, sino ad oggi negato.

 

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