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Precariato nella Pubblica amministrazione tra omissioni e pagliativi

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E' questione di ore perchè il Consiglio dei ministri licenzi un decreto legge sui precari pubblici.

Fermo restando che non esistono dati certi sui numeri del precariato nella Pubblica amministrazione, il Governo se la caverà offrendo ai precari una riserva nei prossimi concorsi pubblici , una riserva fino al 50% dei posti disponibili. Allo stesso tempo saranno rivisti i tetti per la spesa di personale per tornare , non prima del 2016, alla possibilità di coprire l'intero turn over (indizione di concorsi e di mobilità per coprire i pensionamenti), ma attenzione che queste decisioni potrebbero essere modificate in corso d'opera soprattutto alla luce dei conti pubblici.

Il Governo rinuncia a una reale stabilizzazione dei precari e arriva a derogare alla legge fornero (quando sarebbe logico abrogarla visti i pessimi risultati ) per applicare le vecchie norme in materia previdenziale per incentivare gli esuberi e i tagli degli organici.

Il ragionamento del Governo è molto semplice e trova, per la ennesima volta, complici e alleati in Cgil Cisl Uil.

  • Si evita una anagrafe dei precari
  • Si rinuncia ad una seria e convincente stabilizzazione dei precari
  • si va avanti con gli esuberi nella Pubblica amministrazione acquistando qualche mese di tempo per la ricognizione (dal 30 settembre come previsto dalla spending review al 30 dicembre ) . Si studiano soluzioni concordate con il sindacato per includere tra gli esuberi soprattutto personale che ha già i requisiti (ante fornero) per la pensione
  • si riducono gli organici nella Pubblica amministrazione tra esuberi, tetti di spesa e mancata copertura del turn over, a farne le spese sono l'istruzione, la sanità e i servizi essenziali

COBAS PUBBLICO IMPIEGO