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Smantellano le province, cancellano posti di lavoro e lasciano nell’incuria i servizi

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In arrivo il disegno di legge sull’abolizione delle province, dopo che la Consulta ha bocciato il decreto varato dal Governo Monti sulla eliminazione delle province..

La Corte Costituzionale ha  dichiarato incostituzionale l’articolo 23 del decreto salva-Italia che trasformava le amministrazioni provinciali in organismi di secondo livello gli articoli 17 e 18 della spending review che disponevano la cancellazione di quelle con meno di 350mila abitanti e un’estensione di 2.500 chilometri quadrati (provvedimento congelato fino al 31 dicembre 2013).

Il Governo non perde tempo e sta per intervenire direttamente sul titolo V della costituzione per aggirare la Consulta e sopprimere le Province (cosa che non potevano fare con un semplice decreto legge) con decine di migliaia di posti di lavoro a rischio (non solo ile dipendenti delle Province ma quanti operano negli appalti e nelle società controllate dalle province stesse).

Il Governo, seguendo le indicazioni dei poteri forti dell’economia e della finanza (di cui il presidente del consiglio è espressione), vuole snellire e razionalizzare gli enti locali, termini fuorvianti ma utili a confondere le idee ad una opinione pubblica confusa e passiva. Con la scusa di razionalizzare le spese si distruggono non solo le province ma tutte le competenze loro assegnate in materia di edilizia scolastica, lavoro, manutenzione stradale e ambiente, deleghe che oggi non potrebbero essere seguite dai Comuni già alle prese con carenze di organici e di fondi.

I tagli agli enti locali poi vanno a colpire dotazioni organiche già insufficienti, basterebbe  ricordare la perdita di migliaia di posti di lavoro tra sostanziale blocco delle assunzioni prima, patti di stabilità, spending review. Nel computo dei posti di lavoro non trovano posto le migliaia di dipendenti di ditte e cooperative in appalto e quanti operano nelle società in house create da qualche provincia.

Non c’è da dormire sonni tranquilli, anzi occorre mobilitarsi consapevoli che la bocciatura della Consulta non cambia i disegni del Governo che affinerà gli strumenti con cui attaccare i servizi e i lavoratori della Pubblica amministrazione (e degli appalti) abbandonando al loro destino la manutenzione delle scuole, delle reti stradali, a discapito dell’ambiente e della formazione dei disoccupati.

Cobas Pubblico Impiego