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Stato di agitazione Medici ASL di Lecce: la Senatrice Adriana Poli Bortone scrive al ministro della Salute

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Interrogazione a risposta scritta 4-08425 presentata da Adriana Poli Bortone  martedì 16 ottobre 2012, seduta n.814  

 Poli Bortone – Al Ministro della salute – Premesso che a quanto risulta all'interrogante: 

 il responsabile provinciale del Cobas pubblico impiego sanità, dottor Giuseppe Pietro Mancarella, ha comunicato che dall'8 ottobre 2012 il personale in servizio presso il presidio ospedaliero “San Giuseppe” di Copertino (Lecce) e delle altre sedi dell'azienda sanitaria locale (ASL) di Lecce entrerà in stato di agitazione a causa dei gravi disagi lavorativi e dello stato di precarietà in cui versa gran parte del personale medico impiegato presso i vari Pronto Soccorso; 

 i medici precari presenti presso l'Ospedale di Copertino e gli altri delle ASL di Lecce rappresentano un numero cospicuo in rapporto al personale di ruolo e la loro situazione di precarietà va avanti da ormai quasi dieci anni; 

 sia l'Ospedale di Copertino che le ASL di Lecce non potrebbero garantire il servizio alla popolazione salentina senza questi professionisti che prestano la propria attività lavorativa con grossi disagi e a scapito anche dei propri diritti di lavoratori dipendenti, come la fruizione delle ferie, soprattutto durante il periodo estivo; 

 tale situazione purtroppo si ripropone nelle altre ASL pugliesi, a giudizio dell'interrogante a causa della politica sanitaria irresponsabile portata avanti dalla Giunta regionale; 

 la condizione di precarietà si riflette negativamente sull'utenza dei cittadini pugliesi, costretti sempre di più ad andare fuori dalla propria Regione per poter fruire persino dei servizi essenziali, 

 l'interrogante chiede di conoscere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere per evitare che la situazione di precarietà di tanti bravi operatori della sanità pugliese (dai medici al personale paramedico) debba peggiorare gli standard minimi dei servizi sanitari in una Regione nella quale la sanità è ormai pressoché affidata alla buona volontà, al senso del dovere, al rispetto della missione di medico di quanti non vedono riconosciuta ormai da anni la loro professionalità, e tutto ciò con evidente ingiustizia, dal momento che gli sprechi nella sanità pugliese sono ormai noti a tutti.