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Vivalascuola. Scuola e laicità in Italia

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La Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 33:”L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali”…

http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2012/02/06/vivalascuola-103/

Oggi più che mai, in una società globalizzata e multietnica, è necessaria una scuola per tutti che sia laica e pluralista. Invece sempre più sofferta laicità della scuola.

La scuola statale infatti è sotto attacco con tagli e ridimensionamenti, mentre assistiamo ad un crescente storno di risorse verso la scuola privata, a dispetto di quanto affermato dalla nostra Costituzione.

E non solo: vediamo condizioni di favore accordate alle scuole private (possono avere 8 alunni per classe) e agli insegnanti di Religione cattolica (a es. non hanno avuto bloccati gli scatti stipendiali); vediamo l'invadenza di riti e funzioni religiose (visite pastorali, liturgie in occasione delle festività religiose e così via), ecc.

Questa puntata di vivalascuola presenta interventi di Marina Boscaino, Marcello Vigli, Corrado Mauceri, Giulio Giorello, Maria Mantello e Gennaro Lopez. Presenta inoltre informazioni e segnalazioni, e le notizie della settimana scolastica.

Giorgio Morale

Qui sopra si palesa l'ennesimo tentativo di usare le parole a proprio beneficio, in questo caso volutamente accantonando il significato universale del termine laico ben espresso da Wikipedia: “La parola [laico] è originata dal greco Laikòs – del popolo, estensione del termine laós – popolo e contraddistingueva l'appartenente alla moltitudine degli uomini in contrapposizione agli appartenenti a una comunità chiusa.”.

Ed infatti, se davvero si volesse una scuola laica, occorrerebbe innanzitutto aprirla alla partecipazione a turno di ogni avente i necessari requisiti, piuttosto che tenerla prigioniera di assunti a vita in ruoli non a caso definiti pubblici, appunto per qualificarli come una proprietà collettiva da condividere equamente.

Gli statali continuano ad approfittare dell'ignoranza e della incapacità della gente cosiddetta comune, che non ha tempo a sufficienza per documentarsi, riflettere e quindi rintuzzare i loro addomesticamenti. Ma non è detto che andrà sempre così. Può darsi che in molti anzi inizino a sentire il bisogno di DESCOLARIZZARSI, in modo da non subire più gli inculcamenti di alcun presuntuoso docente a vita.

Danilo D'Antonio

Armonica Rotazione Sociale

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