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Bari: sciopero generale del 02 dicembre e vertenze del lavoro

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La Confederazione Cobas Puglia organizza e partecipa allo sciopero del sindacalismo di base a Bari del 02/12/2022, le vertenze portate in piazza sono relative al mondo del lavoro pubblico e privato. Saranno proposte le tematiche della scuola pubblica e del personale ATA, della sanità pubblica con concorsi regionali di Infermieri e O.S.S. di Foggia, concorsi e graduatorie Sanitàservice e relative linee guida, internalizzazione in Sanitàservice delle mense di tutti gli ospedali pugliesi, potenziamento delle strutture ospedaliere di prossimità della provincia di Lecce con l’istituzione del Policlinico.
La vertenza dell’Integrazione Scolastica dove le cooperative gestiscono Educatori ed OSS con pochi diritti e pessimi stipendi e per questo si chiede una gestione pubblica del comparto per dire basta a questa sorta di “caporalato moderno” dove gli operatori non si possono far vedere in televisione per paura di licenziamento.
Le vertenze delle società pubbliche Alba Service di Lecce e Santa Teresa di Brindisi messe in ginocchio dalla “riforma Del Rio” che ha tagliato le risorse e tolto la democrazia diretta del voto popolare nell’elezione delle Province italiane dove la politica è autoreferenziale.
Allo sciopero nazionale ha aderito il personale del servizio di igiene urbana del Comune di Gallipoli insieme al personale di CNH Industry di Lecce.
La scrivente O.S. Cobas Scuola ha comunicato alla Questura di Bari che venerdì mattina 2 dicembre 2022 si terrà un sit-in di protesta a Bari in Via S. Castromediano, presso la sede dell’Ufficio Scolastico Regionale dalle ore 09,30 alle ore 13,30, indetto contro l’ormai cronica e inaccettabile carenza di personale scolastico, figlia della scellerata e miope politica dei tagli attuata dai vari governi nel corso degli anni.
Si darà voce ai precari delle graduatorie provinciali pugliesi che sono in attesa, spesso invano, di ricevere un incarico e poter lavorare.
Per una scuola più qualificante, sicura e decorosa, affinché torni ad essere uno dei pilastri del Paese, al centro dell’agenda di governo e non sia più relegata a mera cenerentola, persa tra i battibecchi e le promesse non mantenute da parte dei partiti.
Urgente è l’aumento dell’organico strutturale del personale ATA (ex Covid) in tutte le province pugliesi segnalando che nella sola provincia di Lecce riguarda circa 400 famiglie.
Durante il sit-in di protesta si terrà un incontro con il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale il Dott.Giuseppe Silipo per discutere del ruolo e dei progetti della Regione Puglia per salvaguardare il personale ATA che non ha trovato collocazione lavorativa nell’attuale anno scolastico dopo aver lavorato due anni in pandemia.
L’incontro è motivato dal disagio di una categoria che comprende decine di migliaia di lavoratori del mondo della scuola, il Personale ATA, oggetto di continui tagli al personale apportati nel corso degli anni in maniera trasversale da parte di tutti gli schieramenti politici.
Una politica che, così facendo, ha privato la scuola delle risorse umane necessarie per un regolare svolgimento delle attività, rendendo difficile anche solo garantire i servizi minimi essenziali.
Si sottolinea che il reclutamento avvenga esclusivamente da legittima graduatoria ministeriale che prevede titoli e servizio, nonché specifico titolo d’accesso. Si chiede, pertanto, che si ponga fine all’utilizzo dei percettori di Reddito di Cittadinanza nelle scuole, comportamento lesivo dei diritti diffusi della categoria lavorativa in questione.
I beneficiari del sussidio di cittadinanza possono essere collocati dai Comuni tramite i P.U.C. o nelle aziende private.
Si fa, pertanto, urgente richiesta di informazioni riguardo all’utilizzo “di fatto” ed al numero di unità impegnate come percettori nelle scuole di ogni ordine e grado e circa l’avvenuta o meno attivazione di progetti di utilizzo.
La scrivente O.S. Cobas Scuola ha chiesto un incontro presso l’Ufficio Scolastico Regionale per la mattinata di venerdì 02 dicembre 2022 durante il corteo che si terrà a Bari per lo sciopero generale del sindacalismo di base per comprendere le motivazioni delle mancate assunzioni del personale ATA organico aggiuntivo “Ex Covid” della Provincia di Lecce ma anche nelle restanti province di Foggia, Bari, Bat, Taranto e Brindisi.
BRINDISI – Il sindacato Cobas dichiara lo stato di agitazione di lavoratori e lavoratrici della Santa Teresa, degli ex Lsu della Provincia di Brindisi stabilizzati a sole 12 ore, della vertenza ex Nubile che raccoglie anche i lavoratori ex Termomeccanica, ex Bpsp, ex Evc, unitamente ai cittadini contro l’Arneo, “per i gravi problemi occupazionali – si legge in una nota a firma del segretario provinciale del sindacato Cobas di Brindisi, Roberto Aprile – che ci sono in queste aziende ed enti”.
La delegazione brindisina, insieme ai lavoratori di altre aziende parteciperà venerdì 2 Dicembre a un corteo a Bari con partenza alle ore 9,30 da Piazza Eroi del Mare, in occasione della giornata dello sciopero generale nazionale promossa dal Cobas.
“Il corteo – si legge nella nota sindacale – si fermerà davanti la presidenza della Regione Puglia, dove una delegazione delle vertenze occupazionali incontrerà il Presidente della Task Force Regionale sulla Occupazione Leo Caroli. Questo incontro dovrà avere come risultato la programmazione di incontri per risolvere le crisi occupazionali delle diverse aziende”.
“Per Santa Teresa, società in house della Provincia Brindisi – si legge nella nota – scade la cassa integrazione in deroga al 28 dicembre di questo anno e si conclude la procedura collettiva di licenziamento per 23 lavoratori/trici avviata da tempo. Per molti altri si preannuncia crisi in quanto la Provincia di Brindisi non ha più soldi, cosa dovuta alla legge Del Rio sulla cancellazione delle Province, per poter finanziare manutenzione strade ed immobili”.
“Gli ex Lsu della Provincia di Brindisi – prosegue il Cobas – sono stati stabilizzati 2 anni fa a sole 12 ore con promesse di miglioramenti. Chiederanno alla Regione come ex Lsu un sostegno economico previsto per legge, una riunione dove incontrare la Provincia per un aumento delle ore e prevedere un passaggio di attività dalla Regione alla stessa Provincia di Brindisi”.
E ancora “60 lavoratori della vertenza ex Nubile – afferma ancora Roberto Aprile – aspettano l’avvio dei lavori per i nuovi impianti relativi al ciclo dei rifiuti. Nell’ultimo incontro fatto si è parlato che le gare per i nuovi impianti devono essere avviate entro il 31 Dicembre 2022 pena la perdita dei finanziamenti; Brindisi non può perdere impianti ed occupazione”. Infine “parteciperà alla manifestazione il ‘Comitato la voce del Cittadino’ di San Vito dei Normanni fortemente impegnato da anni sul problema dell’Arneo e sulla riforma dei Consorzi, che vede la Regione in ritardo enorme”.
Anche Alba Service di Lecce è stata vittima della “riforma Del Rio” infatti più volte la Confederazione Cobas di Lecce ha segnalato la crisi occupazionale invisibile ma drammatica, che investe tutti i lavoratori e le lavoratrici della società.
Il personale del servizio pulizie ed uscierato non lavora e attualmente percepisce solo la cassa integrazione che scadrà il 28/12/2022 e le prospettive non sono buone. Anche le Assistenti Sociali sono a casa e senza lavoro e solo con la cassa integrazione che scadrà anche per loro il 28/12/2022.
Alba Service è uscita dallo stato di liquidazione con un concordato che ha anche richiesto da parte dei lavoratori la dolorosa rinuncia ad una parte delle proprie spettanze arretrate, ma questo concordato, che prevedeva il rientro in servizio di tutto il personale, non è stato ad oggi applicato. Il personale del servizio pulizie ed uscierato attualmente non trova impiego nella ripresa dell’attività di Alba Service, come le Assistenti sociali, mentre il personale addetto alla manutenzione delle strade e degli edifici scolastici attualmente lavora a 28 ore settimanali a fronte delle 40 ore previste dal contratto collettivo di lavoro. Sotto la superficie di un apparente ritorno alla normalità, Alba Service continua ad essere una realtà di sottooccupazione, di mancanza di una visione di lungo periodo sulle prospettive dei lavoratori e delle lavoratrici in forza alla società. Emblematico di questa mancanza di visione è il caso delle Assistenti Sociali: grazie alla convenzione tra ASL e Provincia, avevano garantito la copertura dei vuoti di organico presso i distretti socio-sanitari, che adesso tornano ad essere in grave difficoltà di fronte all’aumento della domanda di servizi sociali ed assistenziali.
Più che l’ennesima tappa di una crisi occupazionale oramai in atto da anni, questa sembra la prolungata agonia di una società che pure eroga, o dovrebbe erogare, servizi alla collettività: la manutenzione delle strade e delle scuole, i servizi alle comunità ed alle persone fragili, i servizi di uscierato e pulizia di edifici aperti al pubblico. Non si tratta di mettere l’ennesima pezza provvisoria, in attesa di chissà quale soluzione. Si tratta di rispondere a bisogni dei cittadini, e di garantire una piena occupazione a lavoratori e lavoratrici che grazie ai loro sacrifici hanno contribuito a salvare la società dal baratro della liquidazione fallimentare.

Bari, 02 Dicembre 2022


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