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Istat: a luglio disoccupazione al 10,7%, il top dal 2004. Dramma giovani: 35,3% senza lavoro. Boom di precari

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Disoccupazione ancora ai massimi livelli in Italia. Nel mese di luglio il tasso di disoccupazione è rimasto stabile rispetto a giugno, attestandosi al 10,7%, il dato più alto dal 2004, anno d'inizio delle serie storiche mensili. Su base annua il tasso di disoccupazione è cresciuto di 2,5 punti percentuali. Lo ha comunicato l'Istat che ha rivisto il tasso di disoccupazione di giugno dal 10,8% al 10,7%.

Disoccupazione giovani al 35,3% – Continua l'allarme disoccupazione per i giovani italiani. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni sale, a luglio, al 35,3% dal 33,9% di giugno. Lo ha comunicato l'Istat spiegando che, tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 618mila e rappresentano il 10,2% della popolazione in questa fascia d'età.

Trimestre II disoccupazione al 10,5%, top dal 1999 –  Disoccupazione record in Italia nel secondo trimestre del 2012. Il tasso di disoccupazione (dati grezzi) ha toccato il 10,5%, in crescita di 2,7 punti percentuali rispetto ad un anno prima: si tratta del livello più elevato dal secondo trimestre del 1999 (11,2%). Lo ha comunicato l'Istat.

Trimestre II disoccupazione giovani al 33,9%, top dal 1993 – Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è salito, nel secondo trimestre, al 33,9% dal 27,4% del secondo trimestre del 2011. Lo ha comunicato l'Istat spiegando che il tasso di disoccupazione degli under 24 ha toccato, nel secondo trimestre 2012, un record storico attestandosi ai massimi livelli dal secondo trimestre del 1993.

Dinamica disoccupazione continua ad essere in crescita – “La dinamica della disoccupazione – hanno spiegato i tecnici dell'Istat – continua ad essere in crescita, i ritmi di crescita della disoccupazione sono in aumento dagli ultimi mesi del 2011”.

Record precari: quasi 2,5 milioni – Record di precari nel secondo trimestre del 2012. I contratti a termine sono, infatti, quasi 2,5 milioni (2,455): si tratta del livello più alto dal secondo trimestre del 1993 sia in valore assoluto, sia per l'incidenza sul totale degli occupati che ha toccato il picco del 10,7%. Lo ha comunicato l'Istat. Sommando i collaboratori al numero dei contratti a termine si arriva, poi, alla cifra record, di 3 milioni di precari. Il numero dei dipendenti a termine, dunque, continua a crescere (+4,5% pari a 105mila unità), ma esclusivamente nelle posizioni a tempo parziale, coinvolgendo per circa i due terzi lavoratori di età inferiore a 35 anni. La crescita del lavoro precario interessa soprattutto l'agricoltura, alberghi e ristoranti e la sanità.

Occupazione resta stabile – A luglio 2012, secondo i dati provvisori destagionalizzati, il numero degli occupati è pari a 23 milioni 25 mila, invariato sia nel confronto con il mese precedente sia in termini tendenziali. Lo rileva l'Istat, aggiungendo che la stabilità dell'occupazione è sintesi del calo della componente maschile e dell'aumento di quella femminile.