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Province occupate: se non ora quando?

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Da ieri i lavoratori e le lavoratrici della Provincia di Pisa sono in assemblea permanente determinatie ad attuare una dura forma di lottamobilitazione per scongiurare l'approvazione della legge di stabilità che prevede esuberi per il 50% della dotazione organica.

La nostra mobilitazione in difesa delle Province inizia ancora prima del decreto Del Rio contro cui il sindacato non si è mobilitato (altrimenti non saremmo a questo punto).

Non è sufficiente dunque il semplice ritiro dell'emendamento (nella Legge di stabilità) specifico sulle Province, noi chiediamo ben altro e non possiamo certo condividere l'attendismo con cui l'Upi (Unione delle Province ) e Anci (Unione dei Comuni) attendono che il Parlamento faccia i suoi passi per ritirare solo un emendamento: http://www.upinet.it/4434/finanza_e_fiscalita_locale/legge_di_stabilita_pastacci_aspettiamo_il_maxiemendamento_del_governo_nei_territori_situazione_critica/

Del resto il giudizio dei sindaci e dei politici locali sulla riforma del Rio è positivo (cosa non si farebbe per salvare le poltrone), una riforma che ha svenduto Province e Camere di Commercio comei nutili e dispendiosi carrozzoni, salvo poi scoprire che incidevano miseramente sulla spesa complessiva della Pubblica Amministrazione svolgendo ruoli e funzioni difficilmente sostituibili.

La complicità degli amministratori locali con il Governo Renzi è innegabile perché riproducono in piccolo logiche e politiche nazionali, non è casuale che la sola preoccupazione di molti Sindaci è scongiurare il blocco del turnover e di nuove assunzioni che svanirebbe qualora dovesse scattare verso Comuni e Regioni la mobilità dei provinciali. 

Ma sindaci e Anci sostengono anche di non avere risorse per assorbire il personale della Provincia, si lamentano ma temono solo di avere lo stesso trattamento riservato dal Governo Renzi che con la legge di stabilità sta per tagliare una montagna di soldi per gli enti locali, dimenticano che anche gli enti locali sono impegnati in tante inutili e dispendiose grandi opere. Il tutto accade  mentre con il jobs act e la libertà di licenziamento le imprese avranno piena libertà di licenziamento guadagnando ulteriore vantaggio economico dai benefici fiscali elargiti dal Governo. 

Sono a rischio non solo i posti di lavoro nelle Province ma negli appalti delle stesse che stando ad alcune cifre occupano 40 mila lavoratoritrici. Il Governo Renzi sta operando secondo i dettami della Ue e come in Grecia distrugge servizi e posti di lavoro pubblici.

Cobas Pubblico Impiego 

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