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Regione Puglia: patria della autonomia e della libertà didattica

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“Qui ad Atene noi facciamo così” (Pericle-Tucidide). “Qui a Bari noi facciamo così: il nostro governo asseconda gli interessi prevalenti e per questo è chiamato…. democrazia ” . Ma ciò dagli altri è ignorato e perfino denigrato.

Noi tuteliamo i principi fondamentali, i valori indisponibili, i diritti naturali quali autonomia, salute e libertà, sanciti dalla Costituzione (altrove disattesi):di contro la “perfida Albione” con i suoi pennivendoli della plutocrazia ebraica del Financial Time (FT) addita la Regione Puglia quale esempio negativo di gestione della strategia anticovid .

Autonomia , libertà, salute (habeas corpus) da noi non solo proclamati , come nel Belpaese e altrove; ma ne è garantito l’esercizio effettivo da parte di tutti i cittadini . Il diritto-dovere di ogni soggetto di darsi le norme a sé più convenienti si chiama “autonomia dissociata”: rispetto alle autocratiche e centralistiche decisioni imposte dal potere romano, che già da 160 anni colonizza e vessa il sud.

Libertà di scelta se avvalersi o meno dell’istruzione; pardon , della didattica a distanza, quindi , per reciprocità, di quella in presenza, più impegnativa e ora rischiosa.” Self service”, “à la carte”, “on demand” -mutuando semantica e logica dei luoghi che fortificano il corpo- strategie promotrici di libertà per quelli che pretendono di educare le menti. Perché in uno stato laico solo per l’ora di religione il diritto di non avvalersi? Va esteso per tutta l’attività didattica! Così viene tutelato anche quello alla salute: già minato dagli sforzi inumani imposti agli umani fin dalla tenera età, soprattutto se in presenza…. di esigenti presunti maestri; e ora in balia del Covid. A gennaio in zona gialla, era doveroso essere previgenti: impedire luoghi di affollamento controllati –in primis le scuole- , non volendo né potendo ostacolare quelli a libertà non vigilata. La scuola è un rischio calcolato di contagio; mentre i secondi , esulando dal calcolo statistico, non è logico né corretto sorvegliarli e punirli con la chiusura.

Lo stop alla didattica in presenza aiuta i giovani ad essere sempre più interconnessi con il futuro: il confronto con gli algoritmi impersonali ,e non più con attempati e rigorosi insegnanti, è più appetibile (l’inconscio….) e seducente per i nativi digitali, nonché “più generoso” di brillanti valutazioni. La Puglia –dimentica ancora il FT e qualcun altro a Roma- lo può affermare autorevolmente per essere il top in Italia nella valutazione scolastica degli alunni negli esami di stato, pur messa in discussione dai soliti denigratori del territorio, in quanto non confermata in test successivi, ovviamente inattendibili.

Certo va riconosciuto, per onestà digitale, che il blocco della didattica in presenza non ha ostacolato il contagio generale in Puglia: non si può avere tutto; ma basta aver proclamato il diritto alla libertà . Ad aprile, preso atto che il giallo è degenerato in rosso, si fa di necessità virtù. Inoltre ,i diversi autobus aggiunti che viaggiano vuoti denunciano la libertà di non avvalersi della didattica in presenza: scelta che va doverosamente codificata. Da ciò è partorita la sedicesima ordinanza (magari l’ultima per il rischio scaramantico della successiva… ): ribadisce la libertà di assenza fisica o di presenza digitale fino al 15 maggio. Ma a che giovano le mezze misure? Fino alla fine dell’anno! Poi il prossimo è un altr’anno e … “si vedrà”. Intanto sentiamo il dovere di allertare: le scuole focolaio di infezione, più che istruzione! Pertanto sono faziose le rassicurazioni dell’ISS (puzza di ISIS..); tendenziale è il report del Corsera a fine marzo: contagio a scuola tra studenti solo 1%, con rischio inferiore di quello tra docenti prevaccino; ancora da verificare i dati sul calo significativo dei contagi a scuola registrato nella seconda metà di aprile .

Per questo sarebbe ingiusto e discriminatorio limitare il coprifuoco alle ore notturne e a danno solo dei luoghi di edificazione del corpo. Sarebbe vessatorio e sadico sottoporre gli studenti alle verifiche finali in presenza, “meno garantiste” di quella in DID. Da ciò l’apprezzamento quasi plebiscitario; ma i maligni insinuano: “coprifuoco didattico” per poter evitare il contagio o un residuo di didattica più rigorosa; oppure per nascondere il numero esiguo degli interventi necessari rispetto a quello delle ordinanze? Libertà elargita fino alla fine dell’anno, utile per premunirsi contro l’effetto indesiderato dell’auspicabile ritorno del giallo: non ci sarebbe più alibi alla libertà ermeneutica e attuativa dei colori e al legittimo relativismo cromatico, made in Puglia: il rosso è tale allo sguardo di…., diventa giallo se osservato da….. , arancione in funzione di …Fa eco l’antica saggezza: la destra non sappia cosa fa la sinistra: con una si apre , con l’altra si chiude.

Tutt’altro che schizofrenia; tutt’altro che regalare libertà ai cittadini per l’istituzione , maligne “bordate” …. La Puglia sia fiera di tali innovazioni epistemologiche; ancor più di quelle normative, come la sublime “le scuole dell’infanzia, dove non c’è l’obbligo della frequenza funzionano solo in presenza”. Il contrario delle scuole superiori: c’è l’obbligo di frequenza , ma è preferibile che funzionino senza presenza. Cioè laddove i genitori hanno la libertà di mandare o meno i bebè, le scuole siano aperte solo se essi ci sono; dove invece si è obbligati alla frequenza siano spalancate le porte alla libertà di non presenza! Sempre in nome della “suprema lex “ la salute pubblica: che in Puglia da aprile –“destino cinico e baro”- si è aggravata” per i pranzi pasquali”, tradizione locale ancora estranea al resto d’Italia…! Va impedito ai genitori di minacciarla sostenendo la frequenza alle lezioni dei figli, come irresponsabilmente nel resto del paese.

Non è autocrazia, ma è l’esercizio della già evocata “autonomia dissociata” , rispetto sia a norme superiori disattente alle criticità del territorio, sia a tutte le altre Regioni, pronube ai diktat centrali. Di certo vi è il conforto tripartisan della politica regionale; chi oserebbe sfidare ad alta voce l’umore prevalente nell’opinione pubblica, fiera di essere l’unica ad autodeterminarsi didatticamente con ammiccanti acrobazie normative, per contrastare la pandemia che ha trovato in Puglia terreno fertile? Solo qualche polemicuccia strumentale di frange minoritarie politiche, sindacali, da genitori irresponsabili rispetto ai focolai scolastici, da qualche docente demodeé; da qualche fuggiasca cometa, sfuggita alle locali “cinque stelle”, approdate al principio di realtà e lealtà governativa; da pochi che diffondono ad arte statistiche ad hoc e le interpretano solo per denigrare il ruolo di avanguardia pedagogico-sanitaria della Puglia. Tra Il popolo e il palazzo sintonia “digitale” come non mai: altro che autocrazia!
Le ordinanze pugliesi sono “virali” per le altre regioni -in primis per i governatori- che finora non hanno osato sfidare “Roma secchiona”; saranno ancor più apprezzate quando ancora una volta suffragate dalle migliori performances nazionali nelle valutazioni finali, a partire dagli esami di stato: nonostante -anzi- grazie alle incoraggiate DAD e DID (unicum nel Paese) che così confermeranno la loro superiorità didattica e la bontà della nostra visione politica. Sempre in nome della salvaguardia della salute e della promozione della libertà.

Cobas Scuola
Prof.Giovanni Seclì

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