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Reintegrati due lavoratori di Gallipoli licenziati illegittimamente da Gial Plast

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Finalmente un’altra soddisfazione, reintegrati due lavoratori, Di Bernardo Oscar e Picciolo Pierluigi, del cantiere di Gallipoli. Per loro finisce un incubo dopo essere stati illegittimamente licenziati da Gial Plast da domani tornano a lavoro.
Per Di Bernardo Oscar si mette la parola fine per l’assurda storia di essere stato prima sospeso e poi illegittimamente licenziato da Gial Plast, infatti è stato reintegrato dal Giudice del Lavoro il Dottore Andrea Basta e da domani deve tornare a lavoro.
Il Giudice Andrea Basta ha accolto in pieno il ricorso presentato a difesa del lavoratore Di Bernardo Oscar dall’avvocato Piro Francesco, ha annullato il licenziamento irrogato da Gial Plast ordinando il reintegro sul posto di lavoro.
Nel dispositivo della sentenza si legge il Giudice del Lavoro, pronunciandosi definitivamente sul ricorso proposto da Di Bernardo Oscar così decide:
– dichiara illegittimo il licenziamento comunicato al ricorrente con nota datata 07/05/2019;
– condanna la resistente a reintegrare il ricorrente nel posto di lavoro precedentemente occupato ed a corrispondere al medesimo una indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto maturata dal giorno del licenziamento all’effettivo reintegro e comunque non superiore a 12 mensilità della retribuzione globale di fatto con interessi e rivalutazione monetaria dalla data di licenziamento sino al soddisfo ed a versare in favore del lavoratore i contributi previdenziali ed assistenziali.
La Gial Plast ha agito in assoluta autonomia e i licenziamenti erano stati decisi da loro, tesi sostenuta anche dalla Prefettura di Lecce nel verbale della riunione del 22 ottobre 2019 fatta con il sindacato Cobas.
Nella Repubblica Italiana tutti i cittadini italiani hanno diritto a lavorare per il sostentamento proprio e della propria famiglia, infatti la Costituzione prevede all’art.1 che l’Italia è fondata sul lavoro che rappresenta il principio cardine su cui si è costituito l’ordine democratico e che subordina l’attività lavorativa al rispetto delle leggi della civile convivenza, del codice civile e dei contratti collettivi nazionali.
Dal combinato disposto tra l’art.1, art.3 e art. 27 comma 3 della Costituzione e altre disposizioni di legge si evince che la Repubblica italiana deve garantire il lavoro a tutti i cittadini anche a quelli che si sono macchiati in passato di reati senza distinzioni per avere il reintegro sociale.
Spesso ove possibile l’ordinamento giuridico prevede che il recupero sociale di quei cittadini che si sono macchiati di reati avvenga proprio tramite il lavoro, addirittura in alcuni casi a chi è detenuto viene concessa la possibilità di uscire dal carcere per andare a lavorare.
A conferma di quanto sopra ci sono in vigore diverse disposizioni di legge che prevedono incentivi per i datori di lavoro che assumono questi cittadini che abbiamo commesso reati.
Il Sindacato Cobas ha sempre ribadito il concetto che i lavoratori reinseriti da oltre 20 anni nel mondo del lavoro e che avevano pagato il loro debito con la giustizia non potevano essere licenziati.
Si cancella così anche quell’effetto domino che in modo sbagliato aveva coinvolto diversi lavoratori di diverse imprese, capitolo chiuso con un ritorno alla serenità per tutti i lavoratori.
Grande soddisfazione per il Cobas che non ha mai mollato un istante a stare al fianco dei lavoratori raccogliendo un risultato a dir poco importante.

Brindisi e Lecce, 16 Febbraio 2021

Cobas Brindisi Roberto Aprile
Cobas Foggia Preite Antonio
Cobas Lecce Giuseppe Mancarella

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