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Se il Comune muore……………… da Venezia

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Le voci di chiamata all'ottimismo sono sempre più flebili. Il rischio di sforamento del patto di stabilità e di dissesto finanziario è più grave del previsto. Non sono bastati i tagli ai servizi né la vendita dei gioielli di famiglia (ultima in ordine di tempo la Villa Heriot).

Eppure, all'interno dell'amministrazione, RSU, Cgil, Cisl, Uil, CSA fanno circolare comunicati che confermano quanto sia opportuno che nel nostro Comune trovi spazio un'altra voce sindacale.
Scrivono che per rientrare nel patto di stabilità e quindi garantirci il nostro salario accessorio,  sono in fiduciosa attesa che si svenda lo svendibile o che solerti parlamentari veneziani premano sul governo perchè ci conceda qualche allentamento della norma. Dobbiamo solo pazientare.
Rsu e co. non ci concedono neanche una parola di riflessione critica sulle regole del patto di stabilità interno, sul processo di svendita dei “nostri” beni comuni, sulla completa assenza della buona politica….. dobbiamo solo pazientare che si salvi questo fine anno in attesa che il prossimo ci riporti al punto di partenza.
Non ci dicono che gli Enti Locali sono, e sempre più saranno, al centro dello scontro sociale dentro la crisi; che i mercati finanziari vogliono il “tesoretto” in mano agli Enti Locali, al suo territorio, al suo patrimonio pubblico, ai suoi servizi pubblici locali; che lo strumento della loro costrizione ad aderire ai processi di spoliazione dei beni pubblici, è rappresentato innanzitutto dal patto di stabilità interno. Questo, dopo aver drasticamente ridotto l’occupazione e le capacità di investimento dei Comuni, oggi e nel prossimo periodo, intaccherà lo stesso funzionamento ordinario dei Comuni.

Non ci dicono che Cassa Depositi e Prestiti, invocata come salvatrice, non è più quello strumento pubblico che garantiva da oltre 140 anni il supporto finanziario a tassi agevolati degli investimenti degli enti locali, ma è oggi il braccio finanziario al servizio della spoliazione del patrimonio pubblico; CdP, oltre a finanziare molte grandi opere, agisce infatti favorendo la svendita dei beni comuni attraverso il Fondo Investimenti per le Valorizzazioni, ed interviene sulle grandi fusioni delle multiutilities dei servizi pubblici locali attraverso il Fondo Strategico Italiano, supportando un sostanziale processo di privatizzazione.

Abbiamo di fronte una prospettiva molto difficile e quindi crediamo che a noi lavoratori e a tutta la Città sia dovuta una puntuale analisi del contesto attuale e che gli interessi di noi lavoratori devono trovare una sintesi con gli interessi della Città e di chi la vive e non di chi la sfrutta.

E' anche per opporsi a queste politiche di attacco agli enti locali e come atto di responsabilità verso la Città, che i lavoratori e le lavoratrici autorganizzati del Comune di Venezia hanno deciso di costituirsi in CoBas, con l'intento di impegnarsi, anche nel medio-lungo periodo, per informare e coinvolgere i cittadini, nel rispetto dei principi di trasparenza e sussidiarietà orizzontale, e per riconquistare il loro ruolo di protagonisti nelle scelte che riguardano non solo la qualità del proprio lavoro, ma anche dei servizi alla città per la quale operano e nella quale vivono.

COBAS P.I. Comune di Venezia – comitato autorganizzato