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Soppressione delle Province: riduzione dei costi della politica o privatizzazioni?

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Da almeno un paio di anni è partita una campagna per eliminare le province, ci hanno provato in tutti i modi con raccolte di firme (naufragate), campagne di stampa e infine con la parola d'ordine della riduzione dei costi della politica. Le statistitiche dicono che i costi del Parlamento sono superiori di 18 volte rispetto alle spese della Provincia. Ci sono poi costi dei quali non si parla, per esempio le quasi 320 mila consulenze esterne nella Pubblica Amministrazione, numerose delle quali pagate a peso d'oro, decise con criteri ben poco oggettivi se non addirittura clientelari. La Casta ci costa sempre più e privilegi e soprusi sono coperti da un ignobile silenzio. Parliamo dei consigli di amministrazione, dei gettoni di presenza di tante aziende nate dalla esternalizzazione dei servizi, aziende che hanno trasformato in merce. I beni comuni che dovrebbero essere di tuttie, gestiti dal pubblico e senzafini di lucro. Sono queste le aziende decisive per il controllo dei servizi, aziende spesso e volentieri privatizzate dove prolifera il precariato e il subappalto, aziende a capo delle quali ritroviamo gli stessi politici che fino a pochi tempo fa lottizzavano consigli comunali, provinciali, regionali…

Con la privatizzazione dei servizi sono aumentati i costi per i cittadini, basterebbe vedere il costo di una tratta ferroviaria, i continui disservizi nelle poste. Privatizzare significa accrescere i costi dei servizi, le statistiche lo dimostrano e non ammettono repliche. Sopprimendo le province non sappiamo che fine faranno i dipendenti, se per loro si prospetta la mobilità forzata per coprire i buchi sempre più macroscopici negli organici della Pubblica Amministrazione.
Siamo certi che le competenze oggi spettanti alle province, in materia di formazione professionale e lavoro siano destinate alla privatizzazione (del resto con l'apprendistato si è introdotta la falsa formazione presso le aziende, la maggioranza delle quali ricorre al questa tipologia contrattuale solo per risparmiare), siamo preoccupati che un tema rilevante a fini sociali come quelli della sorveglianza ambientale o dell'edilizia scolastica possano essere ben presto accantonati, lo stesso discorso andrebbe esteso alla manutenzione delle strade e dei boschi. Con la fine delle province verrà meno il controllo dei territori e dell'ambiente e a guadagnarci saranno gli speculatori e gli approfittatori dei beni comuni. Siamo certi che la riduzione delle spese della politica non debba partire da altri presupposti come equiparare lo stipendio dei parlamentari e dei consiglieri a quello di un pubblico dipendente o eliminare i gettoni di presenza e I compensi nei cda di aziende pubbliche. Anche noi vogliamo ridurre le spese , per questo invece di eliminare le province perchè non partiamo dalla reinternalizzazione dei servizi?
Cobas Pubblico Impiego