A scuola si canta “Faccetta nera” nella scuola delle suore, ma non è apologia del Fascismo!
E' stata programmata in un scuola privata, delle suore Marcelline, a Lecce, un saggio di fine-anno, dedicato all'anniversario dell'Unita' d'Italia, con il canto di “Bella ciao” e di “Faccetta nera”.
E' nata la contestazione, prima di un genitore che ha una bimba adottiva, etiope, e poi di altri.
La protesta e' tanto dilagata sui giornali e in citta' che si e'ritenuto inevitabile la cancellazione del canto fascista.
La finalita' formativa, ribadita dalla preside, suor Keller, e' stata condivisa da Vincenzo Piticcchio, caporedattore del giornale della diocesi, l'Ora del Salento che sul Corriere del Mezzogiorno del 18 maggio, ha dichiarato: “…con le canzoni i bambini imparano prima. Non trovo niente di grave nel far conoscere alle nuove generazioni una parte, seppur non felice, della nostra storia”. Una scelta da censurare solo se inserita in un contesto ideologico”.
Nel silenzio dei docenti la copertura del giornale diocesano salverebbe, come non ideologica e pedagogicamente valida, la scelta del canto fascista per la crescita culturale degli allievi.
Ci mancherebbe una sfilata col saluto romano per far meglio comprendere il clima di un periodo, ” seppur non felice, della nostra storia”!
Quel “con le canzoni i bambini imparano prima”, ricorda la ben nota pratica “formativa” preferita di incidere per primi sull' emotivita' dei minori.
All'iniziativa, infatti, non sono stati coinvolti gli alunni delle classi superiori, ne' ha pesato la contrarieta' dei genitori, ai quali in questa vicenda non si e' fatto valere il diritto a scegliere gli indirizzi educativi per i loro figli.
La prevalenza cosi' della Keller uber alles.
Giacomo Grippa