News

La Fiom non rinuncia alla scalata al potere

0
0

Nasce il sindacato globale per una sola strategia nel mondo. Primo atto sarà una lettera a Sergio Marchionne, amministratore delegato della casa torinese e di quella di Detroit, ma anche presidente di Fiat Industrial, per chiedere il riconoscimento del network. L'obiettivo è uno scambio costante di informazioni. Nasce la rete globale dei sindacati europei e americani di tutti i siti del gruppo Fiat-Chrysler. Primo atto sarà una lettera a Sergio Marchionne, amministratore delegato della casa torinese e di quella di Detroit, ma anche presidente di Fiat Industrial, per chiedere il riconoscimento del network. L'obiettivo è uno scambio costante di informazioni, ma anche la definizione di una strategia sindacale comune. Per due giorni al Centro Internazionale Oil di Torino si riuniscono Fim, Fiom e Uilm con i sindacati degli stabilimenti Fiat e Chrysler di Francia, Germania, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca, Serbia e Usa. Assenti i rappresentanti del Sud America e del Canada. Per la Uaw, il potente sindacato americano che attraverso il fondo Veba è azionista di Chrysler, ci sono il presidente Bob King, General Holiefield e Paolo Caucci (quest'ultimo è stato nominato coordinatore della rete). “La rete è un segnale alla Fiat – afferma Enzo Masini, coordinatore Auto della Fiom – che i sindacati sono uniti. Ad un'azienda globale deve corrispondere un sindacato globale. Fiat, le società collegate e le aziende fornitrici devono riconoscere la libertà individuale di associazione”. “Siamo molto soddisfatti, stiamo lavorando bene. Questo network ha grandi potenzialità per difendere i diritti dei lavoratori del gruppo”, aggiunge Bruno Vitali, responsabile del settore Auto per la Fim. “Bob King – dice il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – ci ha spiegato che la situazione della Chrysler prima dell'ingresso di Fiat nel capitale era disastrosa. L'arrivo degli investimenti del Tesoro americano e della tecnologia italiana hanno subito creato un clima di fiducia e coinvolgimento. Sia i lavoratori sia il sindacato hanno lavorato perchè la Fiat investisse su nuovi progetti e Uaw è entrato attraverso Veba nel cda. Per questo il sindacato ha accettato flessibilità e turni di lavoro per raggiungere gli obiettivi produttivi prefissati. Noi gli abbiamo detto che la maggioranza del sindacato italiano appoggia Fabbrica Italia”.  (21 giugno 2011)

 

La Repubblica 21.06.2011

 

Exit mobile version