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TELECOM ITALIA: COBAS e CUB incontrano il M5Stelle

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COBAS e CUB hanno incontrato il M5S per denunciare  la grave situazione venutasi a creare con l’aumento di capitale da parte di Telefonica e l’ipocrita campagna stampa che si sta orchestrando attorno al tema della “sicurezza” della rete di TI. In particolare l’incontro si è avuto con Barbara Lezzi, Vicepresidente della commissione Bilancio del Senato e Bartolomeo Pepe ( Comm. Finanze e Tesoro). Abbiamo presentato i documenti elaborati dalle nostre organizzazioni relativi alla nostra campagna per la RIPUBBLICIZZAZIONE di TELECOM ITALIA, di tutta Telecom per la precisione, entrando nel merito anche nelle dichiarazioni del Copasir e dei ventilati decreti Legge che il Governo –  ormai ad un passo dalla caduta – paventa circa l’esercizio della GOLDEN SHARE (Golden Power). In particolare, il clamore che ha destato il passaggio di azioni dentro Telco, dai soci italiani (Generali, Banca Intesa, Mediobanca) al socio spagnolo (Telefonica) appare sotto ogni punto di vista strumentale a fini ben diversi da quello paventato della tutela della “sicurezza nazionale”.  Infatti, non è comprensibile l’attuale posizione espressa da Copasir, piuttosto che da rappresentanti del Governo, nonché dei partiti di maggioranza (PD-PDL) e dei Sindacati Confederali, alla luce del fatto che, dalla privatizzazione ad oggi, dagli stessi non è mai stata fatta alcuna seria obiezione riguardo alla sicurezza nazionale, nonostante che i diversi gruppi finanziari che si sono succediti in questi anni  nel controllo del Gruppo Telecom siano stati implicati in decine di scandali (dalle spy story alla frode fiscale), che ben hanno evidenziato quanto la sicurezza, o più semplicemente gli “interessi nazionali” sono e saranno sempre carta straccia di fronte agli interessi particolari di un qualsiasi gruppo privato, estero o italiano che sia. Inoltre, a tutt’oggi non vi è stato mai elaborato alcun minimo piano di societarizzazione dell’infrastruttura di rete come ipotizzata da tali interventi. Fino ad ora l’unica ipotesi di societarizzazione in fase di avanzata realizzazione, sollecitata dal Garante e pianificata dai vertici Telecom, è quella della rete di accesso (OPAC – Open Access), il cosiddetto ultimo miglio. Questa, però, nulla ha a che fare con la sicurezza nazionale, in quanto gli Asset nevralgici di comunicazione rimarranno tutti ben saldi nelle mani di Telecom Italia: risponde principalmente all’esigenza di far confluire denaro fresco nelle casse di TI tramite la cessione a Cassa Deposi e Prestiti di una partecipazione (di minoranza) della newco che dovrà gestire la rete di accesso che, peraltro, necessita di enormi finanziamenti per il suo ammodernamento.  In sostanza, si tratta del vecchio adagio di drenare soldi pubblici per far realizzare i profitti ai privati.  I soci italiani e spagnoli di Telco mirano a drenare i capitali che Cassa Depositi e Prestiti può mettere loro a disposizione per aggirare la necessità di ricapitalizzare con soldi propri, con l’esclusivo obiettivo di continuare indisturbati nello smembramento degli Asset aziendali, iniziato il giorno dopo la privatizzazione e mai cessato. Un’ipotesi che sarebbe rafforzata dalle dimissioni di Bernabè e la annunciata nomina Sarmi, “formidabile” ponte verso/dentro i forzieri di CdP. Per quanto ci riguarda il frazionamento di Telecom non servirà a migliorare il servizio offerto ai cittadini, tantomeno a fornire risposte soddisfacenti al tema occupazionale per il personale impiegato nel gruppo e/o nelle nuove società che il vertice sta per realizzare. Non risolverà il problema di tutto l’assetto delle TLC nel nostro Paese, e della sua sicurezza,  la dove il grosso del personale dei servizi e della rete rimarranno  sono sotto regime di libero mercato, piegati alle logiche economiche di privati che pensano solo al massimo profitto. Dal nostro punto di vista un operatore finanziario privato, straniero e/o italiano che sia, non garantisce in nessun modo sicurezza , migliori servizi, tutela e dignità per i lavoratori e lavoratrici, benessere e infrastrutture per il Paese. E’ necessario, piuttosto, indagare sulle passate gestioni e delle responsabilità politiche dei Governi e dei Ministri che dalla privatizzazione ad oggi, hanno favorito operazioni pericolose dal punto di vista finanziario e di svendita del patrimonio pubblico nazionale.  Abbiamo incontrato diversi punti in comune con i Rappresentanti del M5S primi fra tutti la necessità di arrivare alla richiesta ufficiale di una COMMISSIONE DI INCHESTA che faccia luce su tutti i punti oscuri della Gestione Telecom Italia, al fine di mettere nell’agenda politica del nostro paese la ripubblicizzazione di tutta Telecom Italia, unica via se si vuole seriamente garantire lo sviluppo delle TLC e con esso migliori servizi ai cittadini e maggiori tutele per lavoratrici e lavoratori .

ROMA, 30 Settembre 2013

I delegati e le delegate della lista di base Cub Cobas

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