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“Io, precario, per l’Italia non esisto”. La testimonianza

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Il mondo dei precari in Italia:  “Sono precaria da 10 anni e per l'Italia non esisto. Ma i nostri politici, una massa di ignoranti, guadagnano 14mila euro al mese. Per quello propongo di tagliare loro gli stipendi”. Dai lettori di Affaritaliani.it arriva l'ennesima provocazione, che rivela tutta la rabbia nei confronti dei privilegi dei politici: “Che lo stipendio dei politici non venga stabilito dalla Kasta ma da una commissione composta da: un disoccupato, un precario, un pensionato operaio con 40 anni di lavoro, un operaio edile, un impiegato, un professionista, un insegnante un magistrato e un deputato. Ditemi voi qual è la categoria di lavoratori che si stabilisce il proprio stipendio”. Che cosa ne pensi? Di' la tua…

“Io, precario, per l'Italia non esisto”

Salve, mi chiamo Lorena ed ho 48 anni,

sono un collaboratore scolastico che dopo 10 anni di precariato è riuscito a prendere il ruolo quest'anno. Il mio stipendio varia tra i 950,00/1.050,00€ al mese. Nel corso di questi anni mi sono prima separata e poi divorziata, lasciando io la casa coniugale e per questo ho avuto non poche difficoltà. Intanto dato il mio grande stipendio e vivendo a Roma, mi è stato praticamente impossibile trovare non solo un alloggio in affitto, ma anche una semplice camera, per non parlare poi di prendere in considerazione l'accensione di un mutuo per l'acquisto di una casa. A questo punto ho pensato di farmi ospitare dai miei genitori che abitano in un alloggio dell'ATER.

Per fare le cose in regola mi sono andata a denuciare all'Aterpoichè risultavo sullo stato di famiglia di mio padre, ma l'Ater mi ha detto che assolutamente non potevo tenere la mia residenza presso i miei, non essendo io componente del nucleo originario che entrò in possesso dell'alloggio, pena l'alienazione del diritto alla casa da parte dei miei. Faccio presente che per lo Stato io non ho diritto neppure ad un alloggio popolare perchè non sono nè sposata, nè malata, nè sfrattata, nè ragazza madre, nè anziana, nè extracomunitaria, nè sotto i servizi sociali, insomma per lo Stato io non esisto (tranne quando mi preleva le tasse).

Così mi sono trovata senza un posto dove poter mettere la mia residenza.Mi sono vista costretta a trasferire la residenza in Friuli-Venezia- Giulia presso la casa della mamma del mio compagno, che mi ospita a titolo gratuito, vi rendete conto?. Questo è alienante e frustrante perchè mi è stata negata la dignità, ed è veramente incredibile e assurdo, come una cittadina italiana quale io sono, che paga le tasse (tutte), non ha diritto neppure ad una residenza non solo intesa come alloggio, ma anche in senso anagrafico. E poi siccome il mio ex marito mi riconosce la favolosa cifra di € 200,00 mensili, mi tocca pure pagare le tasse extra (30%).

Detto questo penso intanto di avere tutti i diritti di sentirmi un tantino inca……eche sia giunto il momento che qualcuno si accontenti di qualcosa in meno e che qualcun'altro abbia qualcosa in più, pertanto propongo:

1) che i parlamentari abbiano come titolo di accesso la laurea (lingue- economia-scienze politiche), così tanto per fare una bella selezione iniziale, visto che buona parte dei nostri deputati sono una massa di ignoranti. E poi scusate per fare il bidello oggi ci vuole il diploma e visto chi lo stipendio del bidello è di circa € 1.000,00, non vedo perchè un parlamentare diplomato come il bidello debba percepire € 14.000,00;

2) riduzione drastica dei parlamentari;

3) riduzione del compenso(14.000,00€ non sono troppi ma esagerati, sebbene circa la metà vada ai partiti di appartenenza come sottoscrizione (almeno tempo fa funzionava così), così tanto per un riconoscimento istituzionale uno stipendio di € 4.000,00 è più che sufficiente, senza alcun riconoscimento postumo per le pensioni che saranno contenute e proporzionate ed eliminazione di ogni genere di benefit;

4) per i parlamentari non residenti propongo alloggio gratuito presso una specie di convitto con camere e buoni pasto (pranzo o cena). Se poi volessero farsi raggiungere della famiglia, a questo punto come tutti i comuni mortali, che affrontino pure tutte le problematiche che chiunque deve affrontare quando un'intera famiglia si trasferisce, affitto prima di tutto;

5) a fine legislatura (non più di una) tutti a casa e ritorno agli impieghi precedenti;

6) lotta e non più complicità verso i grandi evasori;

7) sgravio fiscale per l'imprese proporzionato alla loro capacità fiscale, per favorire l'occupazione;

8) divieto per le grandi aziende di investire in paesi con bassa pressione fiscalee privi di regole verso le condizioni dei lavoratori (es. est-europeo, asia, ecc)

9) occupazione immigratoria extracomunitaria progammatae basata sulla necessità effettiva della forza lavoro. Qualche anno così e le cose andranno molto meglio per tutti. Personalmente auspicherei ad un modello di economia e di Stato Civile di tipo Scandinavo.

Lorena



Lunedí, 25 Luglio 2011  

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