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FIAT: Marchionne ha paura e chiama la procura !

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Vi abbiamo raccontato dell’intensa giornata di lotta, che ha visto protagonisti i cassintegrati della Fiat e i precari-disoccupati campani nella giornata di venerdì 27/9- dai cancelli della Fiat-Pomigliano alle strade di Napoli – che già il 1°ottobre il sistema repressivo fa scattare la sua ritorsione: al compagno dei Cobas Marco Cusano, cassintegrato Fiat, viene recapitata una comunicazione giudiziaria per il presidio del 15/6/13” contro i sabati lavorativi”, indetto con sciopero dai Cobas e altre sigle sindacali.

In particolare i “reati” per Marco sono:

1) la solita “ resistenza”, che scatta quando si oppone il diritto all’arbitrio delle forze dell’ordine;

2) le solite “lesioni” , il giochetto messo in atto dai violenti questurini quando c’è un ferito grave tra i manifestanti, facendosi refertare a loro volta da medici: Marco venne picchiato brutalmente, ferito e svenuto, tanto da essere soccorso con l’autoambulanza e portato in ospedale.

Purtroppo non sarà l’ultimo episodio repressivo, vista la situazione in fabbrica dove Marchionne continua ad escludere il rientro dei 2300 cassintegrati e a far lavorare di sabato e festivi.

Intanto il 10 ottobre c/o il Tribunale del Lavoro di Nola si terrà l’ennesima udienza per la riassunzione del compagno Mimmo Mignano, licenziato provocatoriamente dalla Fiat nel 2009.

Non è una novità per la Fiat. Dal fondatore Giovanni Agnelli, passando per Valletta e Romiti, fino a Marchionne – dal fascismo alla repubblica democratica a oggi – la Fiat ha sempre goduto di proventi statali, sia economici, che normativi, che a supporto repressivo.

Schedature, reparti confino, licenziamenti, sono stati abusati a dismisura, nonostante le clamorose inchieste della magistratura e le condanne penali.

L’attuale Fiat sotto Marchionne continua ad agire fuorilegge, adeguandosi malvolentieri alla legalità che gli ha imposto di riassumere i 3 operai licenziati a Melfi e il reintegro della Fiom a Pomigliano.

Ma sempre regime di caserma rimane, pronto a scattare nei confronti di ogni dissenso !

Soprattutto inteso ad escludere qualsiasi rappresentanza ai Cobas ed altri sindacati di base,gli unici che continuano a denunciare senza alcun compromesso la mancanza di diritti in fabbrica e le fanfaronate di Marchionne sul proseguimento della produzione in tutti gli stabilimenti Fiat.

Che occorra una “legge democratica sulla rappresentanza”oggi lo riconoscono tutti a parole.

Nei fatti Cgil-Cisl-Uil la negano,vedi l’accordo interconfederale firmato il 31/5/13 con la Confindustria , che esclude i Cobas dal partecipare alle elezioni RSU , a meno che non sottoscrivano la nefandezza dei contratti capestro e il divieto di sciopero.

Né è democrazia quella della Fiom, che si pone solo la questione della sua esclusiva rappresentanza, fregandosene della libertà-agibilità sindacale di tutte le sigle sindacali presenti in fabbrica.

I Cobas, anche nelle attuali avverse condizioni, stanno operando per mantenere aperto il conflitto, a livello contrattuale, sui diritti inalienabili, sulla dignità dei lavoratori..

I nostri compagni del Cobas Fiat-Pomigliano lo stanno facendo anche a fronte di enormi sacrifici, di minacce, ritorsioni e repressione: meritano tutta la solidarietà dei lavoratori e delle realtà resistenti.

A Marco Cusano e Mimmo Mignano la vicinanza e l’impegno della Confederazione Cobas nel difenderli da tutti i soprusi e per riportarli in fabbrica, al loro posto di lavoro e di lotta.

Roma, 04 Ottobre 2013  

Cobas Lavoro Privato – Confederazione Cobas