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INPDAP: Previdenza complementare per il Pubblico Impiego

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Presentazione a cura INPDAP del rapporto: “ LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE DEL PUBBLICO IMPIEGO” Terzo Rapporto. (4 marzo u.s., auditorium della sede centrale nazionale dell’Ente). Come “cani e gatti” (più propriamente, “volpi e faine”: governo, sindacati concertativi, enti di Stato) vanno d’accordo, perfettamente bipartisan, quando si tratta di spartirsi quattrini, cariche e prebende.

INPDAP: UN DELIZIOSO MINUETTO

 L’INPDAP non è nuovo a queste iniziative, naturalmente si tratta sempre di minuetti verbali ma a differenza dei balli seicenteschi non sono affatto né innocenti, né innocui. L’ultimo a cui ci è capitato di assistere è stato il 4 marzo u.s. nella confortevole sede dell’auditorium della sede centrale nazionale dell’Ente. Il solo titolo era non poco ghiotto:

“ LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE DEL PUBBLICO IMPIEGO” Terzo Rapporto.

Nei due pensionati Cobas, quali i sottoscritti sono, si sono scatenate le fantasie più ardite, il più sanguigno pensava:

  “finalmente assisteremo allo scontro, l’Inpdap sciorina una barca di dati sull’inefficacia, i rischi dei fondi pensione e alla fine urlerà che istituire fondi pensione per il pubblico impiego, non devono nemmeno provarci, che quell’unico che esiste va soppresso, va ripristinato il TFS,  i soldi vanno restituiti ad insegnanti e personale, la legge va abrogata.”

Beh, visto che l’Inpdap  ha come compito istituzionale e fondativo la gestione delle pensioni obbligatorie e pubbliche e a ripartizione per i dipendenti dell’amministrazione pubblica, la fantasia non era del tutto priva di basi reali.

Il più raffinato e pensoso dei due si limitava a pensare:

   “Ci siamo, l’Inpdap denuncerà  gli esiti disastrosi dei Fondi Pensione in tutto il mondo, i loro elevati costi di gestione, i rendimenti catastrofici, i rischi connessi, la situazione finanziaria planetaria, la crisi, i pensionati inglesi con i loro fondi nella British Petroleum i cui gestori sono stati la causa del disastroso incendio nel golfo, gli operai della Chrysler che rinunciano alle loro pensioni per salvare la casa automobilistica, i milioni di pensionati USA che dovranno andare in pensione almeno a 70-75 anni per avere una pensione decente e … sicuramente consiglieranno il governo a soprassedere con la previdenza complementare, a rivedere la legge, a ripristinare il sistema pensionistico a ripartizione”

In fondo il poveretto che da mesi studia i rendimenti dei fondi pensione, li confronta con i rendimenti del TFR, legge i giornali e anche dei libri su quello che sta succedendo nella finanza planetaria non è che avesse delle aspettative infondate o non pertinenti.

   A fare chiarezza nella mente confusa dei due pensionati ci ha pensato il presidente del CIV (Consiglio di Indirizzo e Vigilanza) dell’Inpdap: “Come nei due precedenti “rapporti”, anche il presente lavoro si è misurato, in modo particolare, sui temi concernenti il ruolo dell’Inpdap e la particolare “Vocazione” dell’Istituto a sostenere lo sviluppo della previdenza complementare nel pubblico impiego …. ”. Ah … !

In questo contesto il balletto ha avuto luogo con eleganza e gentilezza, presidenti, coordinatori, segretari confederali dei sindacati, Parlamentari si sono rivolti reciproci complimenti (bravi, grazie, bravissimi), garbati rimproveri, ma soprattutto solenni impegni a che vengano recuperati gli anni perduti in assenza dei Fondi Pensione per il pubblico impiego, sostenere in tutti i modi la loro nascita, il loro lancio e sviluppo.

    L’eleganza del ballo era dovuta anche al rigore con cui gli oratori erano fedeli al ruolo: la CGIL (signora Lamonica) rivendicava insieme all’ impegno sui fondi anche ad un ripensamento sul primo pilastro la pensione pubblica che si ridurrà al lumicino, il forcaiolo sen. Cazzola, (PdL, ma ex CGIL) a far scivolare il sistema previdenziale di costituzionale memoria, nel caritativo welfare della pensione assistenziale, la COVIP (Presidente Finocchiaro) a perorare la causa del raggruppamento dei fondi troppo piccoli e costosi, la UIL (Proietti) a richiedere regole più stringenti per la gestione finanziaria dei fondi, la CISL (Marinelli) a invocare un accordo bipartisan, governo, sindacati, Confindustria perché anche ai lavoratori del P.I. sia ammannita la truffa del “Silenzio/Assenso” di cui hanno potuto “godere” i lavoratori del privato.

    Incredibile, non c’è stato uno, che fosse uno, che abbia posto un problema, un dubbio sulle riforme in corso, sugli effetti delle crisi sul giro finanziario dei risparmi dei lavoratori, un vero coro affiatato, un’orchestra veramente sinfonica…un inciucio inverecondo,vergognoso e indecente.

 

Piero e Fulvio, Cobas Pensionati di Roma