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L’Acquedotto pugliese diventerà realmente un soggetto di diritto pubblico?

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Il referendum del 12 e 13 giugno ha fatto emergere una chiara e manifesta volontà popolare che nessun rappresentante istituzionale o amministratore può ignorare: i cittadini italiani hanno rigettato qualsiasi possibilità di assoggettare la gestione delle risorse idriche a meccanismi e regole di mercato, chiedendo con il pronunciamento sul secondo quesito la cancellazione dell’articolo 154 del decreto legislativo 152/2006.

Per questo siamo rimasti sconcertati nel leggere sulla stampa le dichiarazioni del Presidente della Regione Nichi Vendola, intenzionato a non dare corso all’eliminazione delle remunerazione del capitale investito sulla tariffa: troviamo davvero illogico e contradditorio sostenere il referendum (come, fra gli altri, ha fatto il SEL) per poi non rispettarne l’esito.

La presa di posizione del Presidente Vendola e il suo rifiuto ad abbassare le tariffe, inoltre, ci pare in contraddizione con quello che dovrebbe essere lo spirito e l’obiettivo della nuova legge regionale sull’Acquedotto Pugliese: usiamo il condizionale perché, ad oggi, permane una mancanza di chiarezza di fondo sulla natura giuridica dell’ente e i nostri dubbi non sono stati dissipati dalla lettura del testo definitivo della legge.

A questo punto – e prima di ogni altra cosa – sembra lecito chiedersi (e chiedere) se l’Acquedotto diventerà realmente un soggetto di diritto pubblico (e quale) o rimarrà una società per azioni.

Questo interrogativo, insieme ad altri nodi che come Forum Italiano dei Movimenti riteniamo fondamentali (come la mancanza di garanzia del minimo vitale e l’affidamento a società miste di attività diverse dal Servizio Idrico Integrato ma “da esso rivenienti”), è stato posto nell’incontro di mercoledì 29 giugno con il gruppo del SEL alla Regione Puglia  (rappresentato dal capogruppo Michele Losappio e dal consigliere Michele Ventricelli).

Prendiamo atto che, nel corso del colloquio, il gruppo del SEL ha sostenuto che la forma giuridica è un punto da chiarire e definire all’interno del Regolamento, e che, sulle domande poste, si è impegnato, nell’ambito della dialettica tra governo regionale e gruppi di maggioranza, ad aprire la discussione con gli assessorati interessati e a mantenere aperto con il comitato pugliese un’interlocuzione impegnandosi già a fine luglio a un prossimo incontro con il quale fare il punto della situazione.

Inoltre, il capogruppo del SEL ha dichiarato di voler concentrare la propria azione, confrontandosi nell’ambito del regolamento con il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”, su tre campi di intervento: la gestione pubblica partecipata, l’articolazione delle tariffe e le modalità di costituzione e gestione del fondo per il diritto all’acqua.

Il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”-Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, preso atto dell’iniziativa da parte del gruppo del SEL regionale di cui resta in attesa di conoscere gli esiti, considerando non completato e ancora irto di insidie il processo di ripubblicizzazione dell’AQP, resta mobilitato e si dichiara disponibile a fornire il proprio contributo nella delicatissima fase di definizione del regolamento di attuazione della legge regionale.

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua