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Thomas Bertani, fondatore di BitBoat: “La creazione dei bitcoin è come una grande lotteria informatica”

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Nata 4 anni da come moneta elettronica per internet i bitcoin in pochissimo tempo sono diventati uno dei fenomeni economici e tecnologici più importanti del mondo. Sono stati riconosciuti dagli Stati Uniti e dalla Germania e questo ha contribuito a far lievitare le loro quotazioni da sotto 200 dollari a oltre 1000. In Italia la Consob sta ancora studiando la materia ma non è difficile prevedere che il riconoscimento ufficiale arriverà presto anche da noi. Nonostante il successo ottenuto a livello finanziario i bitcoin sono però uno strumento ancora sconosciuto al grande pubblico. Abbiamo provato a capire qualcosa in più con Thomas Bertani, studente ed imprenditore 22enne fondatore di BitBoat.netuna delle poche piattaforme online italiane che consentono l’acquisto e la vendita della nuova moneta attraverso delle ricariche PostePay.

Per gli addetti ai lavori è riduttivo definire il bitcoin una moneta elettronica. Perché?

“Perché in realtà si tratta di un protocollo informatico che permette di creare reti fiduciarie basate sulla valorizzazione del lavoro fatto dai singoli aderenti al network. La moneta è solo una prima applicazione di questo protocollo, in futuro si potranno creare anche tante altre cose. Perciò è sbagliato dire che il bitcoin è la moneta di internet, è più corretto dire che con il bitcoin la moneta è internet”.

Come nascono i bitcoin? Chi li crea?

“I bitcoin sono delle stringhe alfanumeriche uniche e criptate gestite da una rete informatica realizzata attraverso il coinvolgimento di migliaia e migliaia di computer. Ogni persona può partecipare alla creazione e alla gestione dei bitcoin condividendo nella rete la potenza di calcolo del proprio computer. Questa attività viene definita con il termine di mining”.

In base a quali criteri vengono assegnati i bitcoin creati da questa rete informatica?

“La generazione di bitcoin consiste fondamentalmente nell’indovinare dei numeri. Vi è una competizione ogni dieci minuti e il primo che individua i numeri giusti guadagna. Perciò maggiore è la potenza di calcolo condivisa con la rete più alta è la probabilità di guadagnare. In altri termini si può dire che tutti i miners generano biglietti della lotteria e ogni 10 minuti viene estratto il biglietto vincente”.

Quali vantaggi offrono rispetto ad altri circuiti di pagamento online come PayPal o le carte di credito?

“I vantaggi principali sono lato venditore. Con Visa e PayPal chi vende deve pagare delle commissioni percentuali che invece non esistono con i bitcoin. Altro aspetto importante è che le transazioni sono irreversibili per cui i venditori non sono esposti al rischio di mancato incasso nei casi in cui il compratore contesta i beni o servizi acquistati, come invece accade per esempio nel circuito PayPal che per sua natura tende a tutelare maggiormente il compratore”.

Il bitcoin è stato inventato da una figura misteriosa, Satoshi Nakamoto. E’ vero che dietro questo nome in realtà si nasconde un gruppo di persone?

“Anche io penso che ci debba essere per forza di cose un gruppo di persone dietro il nome di Satoshi Nakamoto. Il bitcoin non è una innovazione assoluta ma ha unito tante cose che erano state già provate separatamente negli anni precedenti da individui diversi, che poi si sono riuniti assieme per far nascere il nuovo protocollo”.

Fino ad ora dei bitcoin si è parlato soprattutto per motivi finanziari ed in particolare dell’incredibile rialzo delle quotazioni passate in pochi mesi da 200 dollari a oltre 1000. Grazie ad esso molte persone sono diventate milionarie in pochissimo tempo. Non è che alla fine tutto quanto non è nient’altro che una grande operazione di speculazione finanziaria pilotata proprio dalle persone che si nascondono dietro il nome di Satoshi Nakamoto?

Prima di tutto bisogna precisare che non c’è nessuno che ha il controllo dei bitcoin. Il codice è pubblico, tutti sanno cosa ci sta dietro ma nessuno può manipolarlo. La loro quotazione è frutto del mercato. Sicuramente molte persone sono diventate milionarie ma la crescita del valore è stato positivo perché ha alimentato l’interesse e ha fatto aumentare il numero di utilizzatori. Tutto questo è un bene perché è utile per stabilizzare e far crescere ulteriormente il sistema”.

Il sito Silk Road definito anche “l’Amazon della droga” è stato fatto chiudere dalle autorità americane. Faceva pagare in bitcoin gli acquisti online di droga e armi, forte del fatto che essi garantiscono il perfetto anonimato ai compratori. Non c’è il rischio che diventi la moneta preferita della criminalità internazionale?

“Pensare che il bitcoin sia anonimo è uno dei grandi errori che commettono in tanti. E’ vero che non si conosce il nome di chi effettua le transazioni ma se guardiamo alle truffe compiute nel 2012 i colpevoli sono stati trovati e condannati. Questo dimostra che il bitcoin non è assolutamente anonimo ma che è possibile risalire alle singole persone reali che stanno dietro. Aggiungo poi che la grande criminalità organizzata non ha bisogno dei bitcoin per portare avanti i propri traffici”.

Una delle criticità dei bitcoin è il pericolo hacker. Essendo delle semplici stringhe possono essere rubati facilmente dai pirati informatici. E’ famosa, per esempio, la rapina milionaria subita dalla piattaforma Bips una delle maggiori in Europa. Ha senso per un comune cittadino correre rischi di questo tipo? Non è meglio affidarsi agli istituiti bancari che forniscono garanzie in tal senso.

“E’ vero che i bitcoin si possono rubare e che esiste un problema di sicurezza. A chi ne possiede in grandi quantità non consiglio certo di tenerli dentro computer collegati ad internet ma sul fronte sicurezza si stanno già facendo grandi passi in avanti. Per esempio sono già in rampa di lancio servizi di deposito di bitcoin che assicurano i proprietari contro i furti (il primo al mondo a lancare un servizio di questo tipo ad inizio 2014 è stato Elliptic Vault ndr)”:

Ma visti i rischi sul fronte sicurezza e visto che i benefici maggiori sono per i venditori perché una persona comune dovrebbe preferire i bitcoin a PayPal o ai circuiti delle carte di credito?

“Perché come ho spiegato prima i bitcoin riducono i costi delle transazioni e questo inevitabilmente comporta una riduzione dei prezzi dei beni e dei servizi acquistati online”.

Tu sei uno dei pochi imprenditori italiani del settore. Che servizio offre BitBoat?

“Offre un servizio sicuro di compravendita di bitcoin ovvero mette in contatto chi vuole vendere la moneta con chi la vuole acquistare garantendo il buon fine della transazione”.

Come sta andando la piattaforma?

“Molto bene. Dal momento del lancio, lo scorso agosto, fino ad oggi sono state concluse circa 2000 transazioni per un importo medio di acquisto attorno ai 100/120 euro. Sono operazioni effettuate tipicamente da persone che hanno appena scoperto i bitcoin e vogliono fare i primi acquisti per vedere come funziona”.

La stai sviluppando da solo o con altri partner?

“Da solo anche perché sono molto attento agli aspetti legati alla sicurezza e purtroppo in questo momento in Italia non è facile trovare esperti in materia. In questa area le professionalità competenti si possono contare sulle dita di 2 mani”.

Quali consigli dai a chi vuole approfondire la conoscenza dei bitcoin?

“Anche in Italia è nata un paio di mesi fa la Bitcoin Foundation e questo è sicuramente un ottimo punto di partenza in quanto l’associazione ha lo scopo di aiutare gli italiani ad avvicinarsi alla nuova moneta. In rete ci sono poi tantissime fonti di informazione. L’unica difficoltà è che la maggior parte dei documenti sulla materia sono ancora in inglese”.

di Michael Pontrelli