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Vittoria con reintegro a Gallipoli per i lavoratori licenziati illegittimamente da Gial Plast.

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A fine Luglio in piena estate il Tribunale di Lecce è nel pieno dell’attività lavorativa ed arriva anche un altro reintegro che spalanca le porte lavorative ad un dipendente Gial Plast Cortese Roberto, con la vittoria e il reintegro immediato nel Comune di Gallipoli licenziato illegittimamente dalla società Gial Plast.
La soddisfazione di questo reintegro lavorativo è il frutto della tenacia con cui Cortese Roberto insieme al collega Franza Maurizio ha preso parte a tutte le iniziative sindacali Cobas, da padre di quattro figli non poteva arrendersi allo strapotere datoriale che gli aveva tolto la possibilità di lavorare anche perché il posto di lavoro rappresentava l’unico sostentamento per sé e la famiglia.
Roberto e Maurizio non erano iscritti al sindacato Cobas però vedendosi abbandonati dagli altri sindacati avevano chiesto telefonicamente a Bobo Aprile se i Cobas potevano supportare le loro richieste di ritornare a lavorare e quella degli altri colleghi licenziati illegittimamente da Gial Plast.
Dall’inizio il Sindacato Cobas ha ritenuto illegittimi i licenziamenti, la prima manifestazione con il “gazebo verde” a Lecce rappresentava il simbolo della vittoria dei colleghi brindisini.
Dopo diverse iniziative di protesta a Lecce, a Gallipoli e Taviano sino ad arrivare all’incontro in Prefettura a Lecce del 22 Ottobre dove a chiare lettere si affermava che i licenziamenti erano stati decisi da Gial Plast e non erano stati chiesti dalla Prefettura di Lecce.
Alla fine di ogni manifestazione sindacale Roberto e Maurizio chiedevano a Bobo Aprile quale fosse la loro percentuale di vittoria per il reintegro lavorativo.
Dopo tante iniziative sindacali e quella giudiziaria finalmente è arrivata un’altra soddisfazione dopo questo periodo di buio legato alla pandemia da Coronavirus si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel.
Si mette la parola fine all’assurda storia di essere stato prima sospeso e poi illegittimamente licenziato dalla Gial Plast S.r.l., infatti è stato reintegrato dal Giudice del Lavoro il Dottore Luca Buccheri e da domani deve tornare a lavoro.
Il Giudice Luca Buccheri ha accolto in pieno il ricorso presentato a difesa del lavoratore Cortese Roberto dall’avvocato Giovanni Solidoro, ha annullato il licenziamento irrogato dalla Gial Plast ordinando il reintegro sul posto di lavoro nel Comune di Gallipoli, accogliendo “La tutela reintegratoria di cui all’art. 18, quarto e settimo comma, della legge n°300/70 (come modificato dalla legge 92/12), è quella che spetta. Individuata tale “insussistenza del fatto contestato” la tutela è quella in base alla previsione derogatoria, di miglior favore rispetto al d. lgs. 23/2015 per il lavoratore, contenuta nell’art. 6 comma 16 del ccnl di settore, richiamata la fonte ed allegato il testo a ricorso ed avendo comunque parte ricorrente invocato la reintegrazione nel posto di lavoro. Quindi resistente va condannata alla reintegra del ricorrente nel posto di lavoro precedentemente occupato e al pagamento di una indennità risarcitoria pari all’ ultima retribuzione globale di fatto maturata dal giorno del licenziamento all’ effettivo reintegro e comunque non superiore a dodici mensilità, con interessi e rivalutazione monetaria dalla data del licenziamento sino al soddisfo, nonché al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dal giorno del licenziamento fino a quello della effettiva reintegrazione.
Pertanto, il licenziamento in esame non pare sorretto da un giustificato motivo oggettivo, in quanto vi è prova evidente della insussistenza del fatto posto a fondamento del licenziamento, fatto costituito dalla inclusione del ricorrente tra i soggetti “penalmente controindicati”, considerato che detta inclusione operata nel provvedimento prefettizio non è fondata su elementi probatori sufficienti, specialmente in termini di attualità del rischio e che l’azienda non ha dedotto, ancora prima che dimostrato, la ricorrenza di elementi ulteriori, rispetto a quelli indicati dall’autorità amministrativa, su cui fondatamente basare la prognosi attuale di pericolosità di infiltrazione mafiosa a causa della presenza del ricorrente nell’organico aziendale.”
Il sindacato Cobas ha sempre ribadito il concetto che i lavoratori reinseriti da oltre 20/30 anni nel mondo del lavoro e che avevano pagato il loro debito con la giustizia non potevano essere licenziati.
Grande soddisfazione per il Cobas che non ha mai mollato un istante a stare al fianco dei lavoratori raccogliendo un risultato a dir poco importante.
Un ringraziamento al Tribunale di Lecce e ai Giudici del Lavoro che con le loro sentenze hanno scritto un pagina di diritto del lavoro che è già oggetto di studio da parte di professori e ricercatori e presto sarà trascritta in testi universitari.
Foggia, Brindisi e Lecce, 31 Luglio 2020

Per il Cobas Puglia

Roberto Aprile (Cobas Brindisi)

Giuseppe Mancarella (Cobas Lecce)

Antonio Preite (Cobas Foggia)

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