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Le scuole rifiutano le sperimentazioni sul merito ora rifiutiamo anche le prove invalsi (che non sono obbligatorie)

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Sia a Pisa che a Torino che a Napoli, il Ministero non è riuscito a trovare le 20 scuole che dovevano sottoporsi alla sperimentazione sul merito: i Collegi docenti, in massa e a larghissima maggioranza, hanno detto NO. Il Ministero ha allora aggiunto altre due città (Milano e Cagliari) ed ha allargato prima alle intere province di Torino e Napoli ed ora a tutto il Piemonte la ricerca delle scuole volontarie ed ha persistito in altre province dove sono stati tentati blitz improvvisi.

I docenti di hanno capito che la sperimentazione ministeriale è una truffa perché tra l’altro nei prossimi due anni per il cosiddetto merito non ci sarà neanche un euro e hanno dato una grandissima prova di resistenza e di difesa della libertà di insegnamento. E’ ormai chiaro a tutti infatti che il succo delle sperimentazioni sul merito che la Gelmini sta cercando di far partire in 4 città italiane si basa sui testi INVALSI e che il vero ruolo delle prove INVALSI è quello di valutare i docenti e di agganciare ai risultati dei test la carriera dei docenti. A SECONDA DI COME I TUOI STUDENTI SVOLGONO I QUIZ, SARA’ STABILITO IL TUO STIPENDIO. Tutto ciò è risultato inaccettabile anche da parte di chi è favorevole alla valutazione.

Ora occorre opporci alle prove INVALSI che, è bene ricordarlo, non sono affatto obbligatorie. Per invitare le scuole alla somministrazione delle prove INVALSI, quest’anno il Ministero non si è scomodato nemmeno a fare una circolare, se la cava con una semplice Nota. Con la Nota 30 dicembre 2010, Prot. N. 3813 si afferma ancora una volta il principio della collaborazione degli insegnanti in tutte le diverse fasi della procedura secondo le modalità che saranno successivamente comunicate dall’INVALSI. Si specifica che l’art.3, comma 1, lettera b, della legge 28 marzo 2003, n.53 assegna all’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione (INVALSI) il compito di effettuare verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze ed abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche. Si ricorda però che la Cortedi Cassazione ( sentenza n. 23031 del 2 novembre 2007) ha sancito, in modo definitivo, che una circolare (e una Nota ha anche meno valore di una circolare!) ha natura di atto meramente interno della pubblica amministrazione, esprime esclusivamente un parere e non vincola addirittura nemmeno la stessa autorità che l'ha emanata.

Non è scritto da nessuna parte che i Docenti siano tenuti obbligatoriamente a somministrare le prove ed a collaborare all’eventuale organizzazione delle stesse: il contratto nazionale di lavoro non prevede alcun obbligo di questo tipo per gli insegnanti, né tra gli obblighi di servizio, né nella funzione docente. Ciascun docente ha facoltà, nelle proprie ore di lezione, di decidere quali attività debbano essere svolte (sulla base del POF d’Istituto e della programmazione annuale e settimanale) senza che chicchessia possa imporre altre attività prive dell’adesione degli insegnanti dell’Istituto, poiché secondo l’ art. 7 comma 2 testo unico sulla scuola l’impostazione della didattica e dei criteri di valutazione è nella esclusiva competenza del Collegio dei Docenti.

Se ne deduce che il Dirigente scolastico non ha alcuna facoltà o potere di aderire autonomamente alle prove Invalsi, poiché tale decisione sarebbe illegittima, secondo la normativa vigente e, tanto più è illegittima se il Collegio dei Docenti delibera la non adesione alle prove Invalsi. Invitiamo perciò i docenti a chiedere che il Collegio si esprima mettendo l’argomento all’odg e nel caso che il dirigente si rifiuti di farlo di raccogliere un terzo delle firme dei componenti del Collegio.

Cobas Scuola