Province, domani quasi tutte le sedi occupate dai lavoratori in lotta per la difesa del posto di lavoro
Sale la tensione tra i lavoratori delle ex-Province. A Roma questa mattina c’è stata una assemblea nella sala del Consiglio, dove poi il sindaco Marino è stato fischiato sonoramente. A Pisa è stato occupato il palazzo dell'amministrazione provinciale. In tutta la Toscana da questa mattina i dipendenti delle province di Firenze, Pistoia, Massa, Lucca, Siena, e Livorno sono in assemblea permanente con presidi, sit-in e occupazioni simboliche. Domani altre occupazioni e forme di lotta varie sono annunciate anche in altre città d’Italia. I lavoratori e le lavoratrici hanno deciso di attuare queste forme di lottamobilitazione per scongiurare l'approvazione della legge di stabilità che prevede esuberi per il 50% della dotazione organica. I lavoratori delle Province interessati sono decine di migliaia, ma per 2300 precari non rinnovati saranno da gennaio ci sarà la sola strada del licenziamento, mentre per gli altri si profila la cassa integrazione per 18 mesi all'80% dello stipendio. Nel piano originario era prevista una qualche forma di “passaggio” presso altre amministrazioni locali, ma i Comuni e le Regioni per ammissione dei sindaci e dell'Anci non sono nelle condizioni di assorbire questo personale. E così mentre in Parlamento continua la battaglia attraverso gli emendamenti, che abbondano di promesse, lavoratori e sindacati aspettano il maxiemendamento per capire meglio nel concreto come stanno le cose
Cgil Cisl Uil pretendono il ritiro dell'emendamento, I Cobas invece sostengono che anche il resto del provvedimento del sottosegretario Del Rio vada messo in discussione perché depotenzia l’attività amministrativa delle province. Non possiamo certo condividere l'attendismo con cui l'Upi (unione delle province) e anci – sottolineano i Cobas – attendono che il Parlamento faccia i suoi passi per ritirare solo un emendamento”. “Il giudizio dei sindaci e dei politici locali sulla riforma del Rio è positivo, una riforma che ha svenduto Province e Camere di Commercio come inutili e dispendiosi carrozzoni, salvo poi scoprire che incidevano miseramente sulla spesa complessiva della Po svolgendo ruoli e funzioni difficilmente sostituibili”,proseguono i Cobas. Sono a rischio non solo i posti di lavoro nelle Province ma negli appalti delle stesse che stando ad alcune cifre occupano 40 mila lavoratoritrici. Il Governo Renzi sta operando secondo i dettami della Ue e come in Grecia distrugge servizi e posti di lavoro pubblici.
“Come sempre, anche domani, siamo con voi in questa occupazione simbolica delle sedi provinciali”,promette Susanna Camusso. Secondo Camusso, la riforma “poteva davvero rendere più efficace l’azione delle Province”, e invece “si è trasformata in un pasticcio di proporzioni colossali e rischia ora di diventare un’insopportabile ingiustizia che colpisce lavoratori e cittadini”. “Domani occuperemo simbolicamente le Province – prosegue la leader della Cgil – perché vogliamo dire a un governo maldestro che senza l'esperienza, la conoscenza e la capacità di individuare e risolvere i problemi dei lavoratori, la pubblica amministrazione, i servizi, le tantissime prestazioni che le Province offrono alla comunità, non possono esistere”. “Domani i cittadini ci troveranno nelle sedi provinciali e nei centri cittadini per spiegare loro gli effetti che la legge di Stabilità, se non corretta, produrrà sui servizi, sulle prestazioni e sul lavoro di tantissime persone”, conclude Camusso.
Secondo i Cobas, Renzi “segue pedissequamente l'imput dell'Ue e della banca mondiale, applica ricette che in Grecia hanno portato il paese al tracollo con la chiusura di scuole, ospedali e università”.