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A colpi di voto di fiducia “la riforma del lavoro”, che demolisce l’art.18 e gli ammortizzatori sociali, i contratti e la stabilità del posto di lavoro.

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Ieri al Senato il governo Monti ha ottenuto la fiducia sulla “ riforma del lavoro”.

Scene di abbracci e baci per la ministra Fornero, che ha colto questo pessimo risultato  in una situazione di crisi permanente ed occupazionale, per di più aggravata dal terremoto che falcidia altre decine di migliaia di posti di lavoro.

Con il passaggio alla Camera e il prevedibile voto di fiducia, siamo all’epilogo di un’altra delle missioni principali (dopo quella delle pensioni) per cui è sorto il governo Monti , che agisce sotto dettatura della BCE-Germania e con il sostegno dei partiti di centrodestra – centrosinistra.

I sindacati concertativi hanno assecondato questo disegno sfascista ; in particolare va denunciato il ruolo doppiogiochista della Cgil ,annunciante lo sciopero generale.

Sciopero generale costantemente rinviato, fino ormai alla scontata cancellazione, stante la chiusura delle scuole e l’avvio dei piani-ferie, soprattutto per  il terremoto “ con lo stato di necessità al rimboccarsi le maniche, invocato a nome degli operai caduti per il lavoro”.

Eppure le ragioni dello sciopero rimangono intatte , ancora più aggravate dalle continue misure di tassazione e gabelle pesanti, come quelle dell’IMU  e le accise sui carburanti .

Pur nelle contingenti difficoltà salariali,occupazionali e materiali della classe lavoratrice e dei ceti popolari, i Cobas si sono espressi con franchezza per “ lo sciopero generale convergente con quello Cgil “, in ciò significando la stringente necessità di un risultato utile  attraverso uno sciopero riuscito , non solo di testimonianza come quello dignitosamente rappresentato dai sindacati di base.

Mancano meno di tre settimane al voto di fiducia alla Camera (previsto tra il 14 e 20/6) che sanzionerà il vaso definitivo di una legge odiosa e dannosa : anche se il tempo è limitato , va fatto il possibile per contrastare questo misfatto nei luoghi di lavoro,nel territorio,nelle piazze, con ogni forma di lotta e gli scioperi.

In questo tempo difficile, i Cobas  sono chiamati a contribuire in termini più unitari ed inclusivi agli scioperi e alle manifestazioni,  comprese quelle sotto le Prefetture e davanti Montecitorio.

Roma 1 giugno 2012                                         COBAS  LAVORO  PRIVATO