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Ancora più truccate le prossime elezioni RSU nel pubblico impiego 2012.

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Gli effetti della famigerata legge Brunetta si sono abbattuti implacabili anche sulle prossime elezioni RSU nel pubblico impiego di marzo 2012. Con pseudo accordi tra amministrazioni pubbliche e cortigiani sindacali si è arrivati a una mappatura delle RSU che coincidono con le sedi di contrattazione dirigenziale, che possono essere distrettuali, provinciali, regionali o anche interregionali. E, quindi abbiamo RSU che non stanno più nel singolo ente o ufficio ma hanno una valenza territoriale, cancellando in centinaia di uffici una presenza sindacale, espropriando migliaia di lavoratori del diritto a contrattare e ad essere rappresentati.

E, quindi abbiamo casi clamorosi come l’Istituto Commercio con l’Estero con sole 4 RSU a livello nazionale, i Monopoli di Stato con 15 e il Ministero dello Sviluppo Economico con 16. RSU che saranno regionali e addirittura interregionali. E non vengono risparmiate manco le ASL della Sanità con RSU territoriali se non regionali (vedi Molise). 

Paradossalmente questo infernale meccanismo, escludente delle prerogative sindacali, è cominciato già con la raccolta delle firme per la presentazione delle liste che diventa ancora più complicato se il 2% delle firme necessarie sono da trovare su più sedi ministeriali e non, e su centinaia se non migliaia di dipendenti.

E la RSU eleggenda di conseguenza sarà una RSU, con molti meno delegati, itinerante nelle varie sedi e su più uffici, con potere di contrattazione e di tutela dei diritti dei lavoratori ancora minore. Vengono risparmiate le Regioni, le Autonomie Locali e le scuole ma già con i prossimi accorpamenti in plessi scolastici l’effetto domino antisindacale sarà allargato a cascata anche qui. Ma se Brunetta, il governo e le amministrazioni pubbliche fanno il loro “mestiere” è decisamente raccapricciante l’asservimento della consorteria sindacale a questo ennesimo scenario antidemocratico.

Tutti d’accordo, qualche nota a verbale buttata qua e la, spesso senza manco contestare il merito del massacro. Si continua dunque in un panorama sindacale sempre più allineato ad assecondare questo scempio, riducendo le possibilità di espressione e di rappresentanza ad un optional nella corsa alle prebende, ai privilegi e alle poltrone per la propria organizzazione. 

Pur con questo orizzonte così compromesso, crediamo che la battaglia per l’allargamento dei diritti sindacali minimi durante e dopo le elezioni, per il diritto di assemblea per tutte le organizzazioni sindacali, per invertire la tendenza che giorno dopo giorno porta alla cancellazione sindacale nei posti di lavoro, rimanga centrale non solo dei Cobas ma di tutti i lavoratori.

COBAS PUBBLICO IMPIEGO