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REPORT ASSEMBLEA NAZIONALE OPERATORI SOCIALI DEL 26 MARZO 2011 AL LABORATORIO SOCIALE OCCUPATO SKA DI NAPOLI

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L'assemblea ha visto la partecipazione dei portavoce degli operatori sociali ed educatori di Napoli, Roma, Brindisi, Bologna e Casalecchio.

E' stata un'assemblea dove il livello di discussione e gli argomenti di riflessione e di lotta messi in campo sono stati di grande spessore e sostanza sia nei contenuti sia nella volontà di creare momenti di lotta comuni.
Gli operatori di Napoli hanno sul territorio un'esperienza di collettivo autorganizzato che va avanti da 10 anni nato con le mobilitazioni degli operatori dei servizi psichiatrici hai quali si sono aggiunti operatori ed educatori degli altri servizi (domiciliare handicap e anziani, scolarizzazione, laboratori nelle scuole) hai quali hanno dato supporto ed esperienza nelle vertenze locali.
Il loro problema è stato sempre quello del ritardo del pagamento degli stipendi e la rivendicazione del salario e dei pregressi da comune, provincia e regione, la non applicazione del CCNL( solo il 10% degli operatore è sotto regime di applicazione) e l'utilizzo smisurato di contratti atipici e a termine.
Le mobilitazioni e le occupazioni a siti simbolo della città degli ultimi mesi sono il frutto del mancato pagamento da parte delle istituzioni competenti da quasi 3 anni. Tali mobilitazioni sono state fatte anche con gli operatori del movimento delle aziende cooperative (Comitato Il welfare non è un lusso con a capo Sergio D'Angelo) così da potere avere un numero di operatori maggiore nelle mobilitazioni ed avere l'incidenza e l'importanza che hanno avuto queste lotte. Decisione presa dopo una lunga riflessione e sul riconoscimento delle differenze che il collettivo ha con il comitato, ma avendo come parola d'ordine il diritto al lavoro e ai servizi alla cittadinanza e dove gli operatori del collettivo hanno avuto un ruolo protagonista e non di delega. E' stata presa anche la decisione di bloccare i servizi agli utenti, decisione presa anche in modo sofferto, utenti che il comune ha lasciato a loro stessi e che gli operatori hanno ritrovato in condizioni igieniche e sanitarie che possiamo benissimo immaginare!
A tutt'oggi il comune, la provincia e la regione non hanno dato grandi risposte ai lavoratori non presentando a tavoli ed incontri promessi. E' stata ripristinata una parte dei fondi al sociale attraverso delle risorse non spese dalla precedente amministrazione, somma che però non copre comunque il pregresso.
La realtà degli operatori di Bologna (era in rappresentaza un operatore dell'USB) è differente soprattutto per l'alta percentuale dell' applicazione del CCNL e la scarsa precarietà contrattuale ed anche perchè Bologna è uno dei cavalli di battaglia dei servizi socio assistenziale e dove c'è una maggiore attenzione ai problemi del cittadino con problemi, nonostante questo gli educatori di Casalecchio hanno riportato negli ultimi tempi i tagli che le amministrazioni hanno fatto soprattutto a progetti sulla tossicodipendenza e sugli immigrati e la difficoltà di svolgere il proprio lavoro con continuità e sicurezza del salario, anche loro attraverso lotte e vertenze aperte con le istituzioni hanno ottenuto un reintegro ai fondi per il sociale.
Da Bari sono venute due operatrici che vengono dall'esperienza del servizi civile ed un metalmeccanico. Fanno parte di un collettivo autorganizzato molto allargato che vede al proprio interno la presenza di categorie di lavoro diverse e che non è molto intenzionato a creare un contradditorio con i referenti costituzionali. E' stato anche lanciato dai compagni l'invito a partecipare allo sciopero della CGIL del 6 maggio, invito molto criticato dalle altre realtà con le
nostre buone ragioni. E' stata inoltre fatta la proposta di creare un coordinamento nazionale che vede la presenza oltre che degli operatori sociali anche di lavoratir di altri settori e di lottare un po' per tutti. Ci sono stati vari interventi di ridimensionamento rispetto alla natura e alla definizione di un coordinamento nazionale che ci caratterizzi come lavoratori del terzo settore e non come paladini del mondo!
Sono state fatte riflessioni sulla politica dei tagli al Fondo Nazionale Politiche Sociali previsto per il 2011 con riduzione di oltre il 63% delle risorse che raggiungerà il 93% entro il 2013 e di che ne sarà del nostro lavoro e dei lavoratori e la necessità, proprio in base a questa politica dei tagli la volontaà
da parte di tutti di definire i servizi minimi essenziali e la necessità di partecipare alla scelta delle politiche sociali sia a livello locale che a livello nazionale (proposta fatta dagli operatori di Napoli).
La proposta portata da noi di fare una battaglia per l'internalizzazione dei servizi ha suscitato polemiche sia dal punto di vista della effettiva fattibilità di tale risultato ritenuto anche un po' virtuoso, sia sulla base dell'esperienza di Napoli che ha visto internalizzare alcune piccole parti di servizi ma ad aziende municipalizzate con conseguente precarizzazione delle tipologie contrattuali e dei lavoratori, anche se ha creato argomento di riflessione e sul quale si tornerà visto che sarebbe lo stato sociale per eccellenza.
Anche l'idea di uno sciopero nazionale di categoria è visto come un appuntamento non a breve scadenza soprattutto sulla base dei numeri esigui che ogni realtà potrebbe portare in piazza, preferendo impegnare le nostre forze in lotte nazionali su temi più mirati prima di una data nazionale.
CONCLUSIONI:
– Creazione di una piattaforma comune con i seguenti punti da sviluppare:
1) battaglia per il fondo nazionale del sociale per fermare i tagli alle politiche socioassistenziali
2) definizione dei servizi minimi essenziali
3) lotta per l'applicazione il rinnovo e miglioramento del CCNL e abbattimento della precarietà.
– Proposta di una data unitaria che ci vede coinvolti in azioni di lotta locale (presidi, manifestazioni ecc).
Verrà fatto un comunicato che lancia la nascita del Coordinamento nazionale lavoratori del terzo settore, quando siamo dovute andare via non si era stabilito chi lo avrebbe fatto e con quali tempi, scriviamo una mail ai compagni di Napoli e chiediamo.
Proposta di una mail- list per far girare idee, comunicazioni e quant'altro. Ci siamo dati un tempo di 5 settimane per discutere nelle nostre realtà, idee per sviluppare i punti della piattaforma e per riuscire a mettere in piedi la data unitaria/locale.
Elisa