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Nucleare, l’Italia dice “no”. Onufrio di Greenpeace: “Vittoria dei cittadini, il governo punti sulle rinnovabili”

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di Antonella Loi

L'antinuclearismo ha vinto. L'Italia dopo 24 anni si conferma ancora scettica nei confronti dell'energia prodotta dall'atomo. Il referendum, a risultati ancora parziali, dà la misura di una contrarietà che da Nord a Sud della penisola va letta in un unico senso: no alle centrali nucleari, sì alle energie prodotte dalle rinnovabili. Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, non nasconde la grande soddisfazione della associazione ambientalista che rappresenta.

Onufrio, quorum raggiunto e superato abbondantemente.
“E' la vittoria dei cittadini, non era possibile fare la scelta del nucleare senza coinvolgere i cittadini. I governanti ci hanno provato a prendere delle decisioni tenedo fuori gli italiani, ma questi temi riguardano il futuro di tutti”.

Si aspettava un risultato così netto, ben oltre il 57 per cento?
“Adesso aspettiamo di vedere quanti sono i sì: se raggiungiamo il sì bulgaro della Sardegna, allora sarà un risultato ancora più grande”.

Molti parlano dell'ineluttabile effetto Fukushima, quanto ha influito secondo lei nella scelta degli italiani il disastro della centrale nucleare giapponese?
“Ha influito certamente ma voglio ricordare che ultimamente il tema era completamente scomparso dai telegiornali. Ma ha influito nel senso che ha dimostrato quanto è fragile e vulnerabile questa tecnologia in un Paese avanzato e organizzato come il Giappone”.

Le urne non erano ancora chiuse che il premier aveva già preso atto del risultato: l'Italia punterà sulle energie rinnovabili.
“Bisogna puntare sul rinnovabile e sull'efficienza ed esistono già le possibilità per fare molto di più. C'è già un piano di Confindustria sull'efficienza. E il cittadino va sempre messo al centro della politica energetica, questo non si deve mai più dimenticare”. 

Diamo quindi un consiglio ai governanti: quale strada seguire per sviluppare la politica energetica oltre il nucleare?
“Noi abbiamo già descritto in diverse occasioni nuovi scenari. E abbiamo già detto che il tetto delle rinnovabili può essere innalzato del 50 per cento, puntando soprattutto sull'efficienza energetica. Su questo, come detto, c'è già un piano di Confindustria che noi condividiamo”.

 

 

 

Fonte:www.tiscali.it